Cofferati, l'Ulivo ed il Governo

E ora viene il bello. Il Cinese che dopo anni in cui ha tranquillamente avallato tutte le politiche neoliberiste dell'Ulivo si è svegliato ed ha proclamato la guerra .L'art.18 è diventato il pretesto per cavalcare la fase di scontro sociale in atto e che investe le classi popolari sotto forma di compressione sostanziale di diritti quali le pensioni, il lavoro a tempo indeterminato etc. Non c'era e non c’è buonafede nelle iniziative del Cinese che ha cercato e cerca con questa rinnovata spinta conflittuale di candidarsi alla guida della sinistra e forse anche dell'Ulivo. Il paradosso è che proprio ora che L'Ulivo dovrebbe appoggiare Cofferati che ha riportato in piazza milioni di lavoratori, ne prende le distanze per due motivi. Il primo è che i Rutelli, i Fassino e i D'Alema vedono come il fumo agli occhi l'ipotesi che Cofferati e la CGIL possano scalzarli dal loro ruolo e solo l'innocuo Bertinotti gli ha dato spago per salvare l'agonizzante PRC che dopo aver fallito miseramente con i no-global di Casarini ed Agnoletto cerca un'altra barchetta che lo salvi dal naufragio.


Il secondo motivo è che il ceto intellettuale radical-chic essenzialmente alto borghese che domina ormai da anni la sinistra non vede di buon occhio un nuovo protagonismo operaio che potrebbe sfuggirgli di mano alla prima occasione.



Questo è un punto cruciale dell'intera faccenda perché la CGIL ora non può fare marcia indietro( e questo è un bene) ed è costretta ad andare alla battaglia sotto la spinta incalzante della base lavoratrice che certamente non le perdonerebbe un ennesimo voltafaccia come ai bei tempi del Governo dell'Ulivo dove la CGIL taceva e chiudeva tutti e due gli occhi. E se non lo fa subirà un'emorragia di iscritti e lascerà spazi al sindacalismo autonomo dei Cobas.



L'Ulivo d'altronde non può spingere più di tanto verso la conflittualità sociale perché rischia di perdere pezzi importanti come i "margheritini" e parte degli stessi diessini ormai più liberal di Reagan.



Il Governo dal canto suo, sinora è l'unico che ha conseguito una vittoria : aver spaccato l'unita' sindacale che da decenni ,anche in momenti di crisi aveva sempre tenuto, isolando la CGIL e costringendo all'abbraccio "mortale" Cisl e UIl .



Ma la vittoria del Governo è una vittoria di Pirro perché il Patto si rivelerà per quello che è : inutile sul piano della creazione di nuovi posti di lavoro, politicamente dirompente. Quindi ognuno in questo "teatrino dei pupi" giocherà la sua parte: Cofferati il novello difensore dei lavoratori, l'Ulivo in mezzo tra i vasi di ferro, ed il Governo a recitare la parte dello schiacciasassi dei diritti dei lavoratori.



Nessuno uscirà vincitore da questa battaglia di potere tra burocrazie politiche e sindacali di matrice borghese: sappiamo solo che le classi lavoratrici hanno un'unica opportunità quella di approfittare della "forzata" svolta della Cgil per imporre una svolta politica alle lotte in corso sapendo bene che il Cinese è pronto a scaricarle alla prima occasione e che quindi la lotta va condotta con la Cgil ma oltre la Cgil per non trovarsi domani un'altra volta in braghe di tela. Le classi lavoratrici devono mettere sotto accusa il capitalismo in quanto tale (nelle sue varianti di destra e di sinistra)e la sua corsa verso la distruzione e non assecondare le mire della burocrazia sindacale tese solo ad alzare il prezzo della propria inevitabile vocazione alla resa.