settembre 2001
IL DOTTOR CAVILLO (corriere della sera) Quel che sta succedendo in Parlamento a proposito delle norme sulla convenzione italo-svizzera forse riguarda in qualche modo la civiltà del Beccaria e il garantismo, ma certamente eleva Cesare Previti al rango di genio, lo consacra come grande avvocato dItalia, il primo a fare del Diritto lasino che si attacca dove vuole il padrone; e legittima questa nuova figura tutta italiana del «colpevole» al quale non si può più rimproverare nulla, dellavvocato e imputato e politico che più rompe i lacci della legge e più corrompe la propria immagine, più si libera e più si lega, più si sbroglia e più si imbroglia. Già vincente sul piano processuale attraverso una sapiente tecnica di dilazioni, di trucchi legali, di espedienti formali, lavvocato Cesare Previti sta infatti per vincere anche sul piano legislativo perché la maggioranza di governo vuole approvare stamattina alla Camera una norma destramente retroattiva che alla fine lo libererà dallo spettro del giudizio. Azzererà infatti il suo processo più difficile e più infamante, quello delle toghe sporche, quello dove lavvocato di Berlusconi è accusato davere corrotto i magistrati, che è il reato più incivile. E una pratica da
Paese sottosviluppato ed è unignominia soprattutto per gli uomini di Diritto che si
trovano a rappresentare una Legge in vendita, non più sacerdoti della civiltà giuridica
ma mercanti nel tempio, primi nemici politici contro cui si scagliò Gesù Cristo. E ancora una volta lavvocato
Previti allontanerà quel giorno del giudizio che un innocente dovrebbe sempre agognare.
Invece Previti è un perpetuo motore allinseguimento della prescrizione del reato,
che è la liberazione da unaccusa senza un giudizio, senza un processo, senza una
sentenza. Ci chiediamo: è giusto che il Parlamento italiano si comporti come un avvocato
difensore e utilizzi la corda della legge per impiccare la legge? E vero che ieri in
Aula il governo è stato battuto in una votazione a scrutinio segreto. Ma nel Paese di
Machiavelli e dei ribaltoni nazionali e internazionali, dei cambiamenti di alleanza sia in
in guerra e sia in pace, è difficile immaginare che i ventisette franchi tiratori abbiano
avuto un sussulto etico e si siano fatti guidare dalla morale e non dalla politica
votando, di nascosto ma nobilmente, contro la propria maggioranza, contro se stessi,
contro gli interessi del loro capo, che è anche il capo del governo. Più probabilmente,
gli alleati hanno voluto ricordare a Berlusconi che egli non è il signore assoluto, lautocrate,
lunico padrone della Casa delle Libertà. Se fosse stato uno scatto virtuoso, nobile
e probo quel voto, infatti, non sarebbe stato concesso di nascosto, perché i nascondigli
e i segreti non proteggono la moralità ma limmoralità, custodiscono gli atti
indecenti e non quelli decenti, tutelano la volgarità e non leleganza. |
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