settembre 2001

No rogatorie
e no global

di CURZIO MALTESE
(fonte: repubblica.it)

il presidente Bush ieri è impazzito e ha dichiarato che l'Occidente deve andare in guerra «consapevole della superiorità della sua civiltà». Non bastasse, ha aggiunto che «esiste una coincidenza di obiettivi» fra i manifestanti di Seattle e gli attentati alle Twin Towers, mettendo sullo stesso piano pacifisti e terroristi. L'inattesa sortita di Bush ha avuto effetti catastrofici. I governi dell'India, del Pakistan, dell'Arabia Saudita e di altri paesi «di civiltà inferiore», che pure avevano offerto pieno appoggio contro Bin Laden, hanno definito «molto offensive» le parole della Casa Bianca. Wall Street è crollata. Proteste di massa si sono tenute nei paesi arabi, ma anche a San Francisco, Londra, Parigi e a Roma. Il papa ha criticato Bush. Scrive il New York Times: «Offendendo gli alleati arabi e regalando con un'equazione assurda milioni di seguaci a Bin Laden, il presidente ha fatto un favore ai nemici. Da oggi l'America è più sola e insicura».

Naturalmente, tutto questo non è vero e neppure possibile. Bush è un capo responsabile e non si sognerebbe mai di fare sparate del genere. Più modestamente, quelle parole le ha pronunciate Silvio Berlusconi. Da italiani, c'è da farsi cadere le braccia. Ma da cittadini del mondo è consolante pensare che in fondo si tratta delle opinioni di un capo di governo considerato anomalo anche dagli alleati, senza un ruolo preciso nella guerra e che non avranno grande eco nel mondo. Quindi destinate a cadere nel vuoto o al massimo ad alimentare il provinciale e un po' paranoico dibattito italiano sulle «complicità» fra no global e terroristi, teoria assai di moda qui da noi ma felicemente ignota nel resto del famoso Occidente democratico. Oppure a sviare l'attenzione su certi fatti concreti.

Anche il New York Times è stato colpito dal provvedimento di blocco delle rogatorie, varato dal governo italiano mentre il mondo dà la caccia ai conti segreti del terrorismo. Negli Usa il movimento no global italiano, con tutto il suo folclore anti americano, preoccupa meno del movimento no rogatorie. Perché qui si tratta in concreto di stroncare l'organizzazione di Bin Laden, non di farsi più nemici con proclami sui «valori superiori dell'Occidente». Che in ogni caso non sono quelli depositati alle isole Caimane.

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