IL TEATRO:  

 

¨     CARLO GOLDONI: LA LOCANDIERA (Atto I, scena XV)  

 

 

Il Cavaliere di Ripafratta, soprattutto inizialmente, si dimostra molto freddo e schivo nei confronti di Mirandolina, che al contrario ha tutte le intenzione di lusingarlo. Al principio del dialogo si nota infatti come l’uomo, temendo le adulazioni della donna, cerchi in ogni modo di porre velocemente fine ad una conversazione che gli risulta piuttosto scomoda ed imbarazzante. Egli si rivolge a Mirandolina con poche e secche parole, nel tentativo di indurla a concludere il dialogo: le dice, ad esempio, “Che cosa volete?”, o “Mettete lì”, esprimendosi addirittura a gesti anziché parlarle. Lei non è però una donna debole o sottomessa e, al contrario, si dimostra molto sicura di sé, non permettendo al Cavaliere di zittirla: inizialmente cerca, e vi riesce, di catturare l’attenzione sfruttando dei pretesti (come le lenzuola), poi fa procedere la conversazione prendendone il controllo e portandola sui temi che le interessano. Se all’inizio il Cavaliere intende rivolgerle poche parole, nel corso del dialogo si incuriosisce sempre di più (“Non si può negare che costei sia una donna obbligante”, o “È curiosa costei”). Contemporaneamente si assiste ad un rovesciamento della situazione: se prima tra i due esisteva una relazione complementare in cui era l’uomo ad occupare la posizione dominante, ora Mirandolina se ne appropria, ed è proprio lei, alla fine del dialogo, a zittire il Cavaliere andandosene e lasciandolo solo con il desiderio di concludere tale conversazione.

Al contrario di molte protagoniste femminili della letteratura, Mirandolina si dimostra capace di dominare il partner e zittirlo. È il protagonista maschile, in questo caso, la figura debole: egli non capisce, si lascia sopraffare e non è in grado di ribattere.Tra i due partner s’istituisce quindi un insolito genere di relazione complementare.  

 

 

¨     WILLIAM SHAKESPEARE: TRAGEDIE  

 Otello:

L'analisi di questo punto della pragmatica della comunicazione risulta particolarmente agevole nell'atto IV, in cui vi è un'occasione di forte contrasto tra i due protagonisti, Otello e Desdemona: lo stesso uomo che prima si era dimostrato così comprensivo nei confronti della moglie, ora, divorato dal "mostro dagli occhi verdi", la gelosia, non ascolta nemmeno le parole della donna. Egli sembra far uso della tecnica dell'occupatio: parla da solo, pone delle domande senza ascoltare le risposte. Otello raggiunge qui l'apice della gelosia, e più Desdemona parla, negando le accuse, più egli si sente tradito e sicuro dei propri sospetti. Sono proprio le sue "non-risposte" a mettere a tacere Desdemona, la quale non riesce a comprendere il perchè del comportamento del marito. 

Emblematiche sono le seguenti frasi: "Ah, Desdemona! Via, via, via!"; "Il cielo sa bene che sei falsa come l'inferno!"; "Demonio!". Come se queste parole non bastassero, Otello, dopo averla accusata, colpisce Desdemona, che si zittisce e sembra non aver più fiato nè argomenti per rispondere alle parole del marito.

 

 

 

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