si è dimostrata corretta.
In sostanza, avendo un'aspettativa ribassista
per gli indici azionari che però non veniva confermata dal mercato,
ho scritto quanto segue:
.............
Quanto sopra combacia perfettamente con il punto 2 (la realtà
che ha espresso il mercato) ma poiché i miei articoli precedenti
e quanto espresso al punto 1 (la mia interpretazione del mercato)
tendono a preferire un'ipotesi negativa, l'unica maniera che il
mercato ha per confermare le mie analisi è scendere sotto il
minimo del 30.09.2003 a quota 9.230,47 (anche intraday).
Spero di aver reso l'idea. Per un investitore che opera con soldi
reali quello che conta è il reale movimento del mercato, anche se
a volte sembra strano in base alle proprie convinzioni. Il
"compromesso espresso al punto 3" mi permette di adattarmi
al mercato stesso.
Non ho un conto rialzista che abbia senso per me e
per ora non mi interessa nemmeno averlo. Quota 9.230,47 mi è
sufficiente per tradurre la teoria in pratica.
.........
In poche parole solo un calo sotto quota 9.230,47 poteva confermare
le mie aspettative ribassiste. L'alternativa era la continuazione
del rialzo per il quale non avevo una struttura ben definita in
base alle onde di Elliott.
Come il grafico sottostante mostra,
il rialzo è continuato fino agli attuali massimi del 19.02.2004 a
quota 10,753,63.