Il veleno della primavera
(Omar Wisyam traduce Heinrich Heine)
1.
Velenosi sono i miei canti;
può essere altrimenti?
Tu hai bevuto il veleno,
al sangue della mia vita unito.
Velenosi sono i miei canti;
può essere altrimenti?
Porto nel cuori tante serpi,
e te, amore mio.
2.
Ad un crocevia viene seppellito,
chi da sé, sé stesso, tolse;
là cresce un fiore azzurro,
il fiore dei violentati.
Ad un incrocio mi fermo a pensare;
la notte era fredda e muta.
Alla luce della luna si piega
il fiore dei violentati.
3.
Fedele per troppo tempo sei rimasta,
e hai, per me, sottratto il tuo,
e hai tenuto duro
alla mia disperazione e nei pericoli.
Mi hai dato da bere e da mangiare,
e hai tenuto per me i tuoi risparmi,
e hai pensato alla mia biancheria
e al passaporto per i viaggi.
Amore mio! Dio ti protegga
dal caldo e dal freddo,
e non chieda mai che sia restituito
ciò che mi hai dato.
4.
Molto ti hanno raccontato
e di molto si sono lamentati;
ma dell'ansia della mia anima
nessuno ti ha detto.
E fanno un grande fracasso,
e la testa con commiserazione piegano;
Mi nominano con disprezzo
e tu hai creduto a tutto.
Tuttavia della peggiore di tutte
non hanno saputo niente;
La peggiore e la più feroce,
porto nel petto.
5.
Dei miei grandi rimpianti
faccio piccoli canti;
Sulle loro ali tremanti si nascondono,
e volano verso il suo cuore.
Trovata la via, indietro,
ritornano e piangono
e piangono, e nulla più vogliono dire
di ciò che hanno visto.
6.
Filistei in abito domenicale
passeggiano attraverso boschi e campi;
si muovono, saltano addirittura,
e salutano la bella natura.
Osservano con gli occhi semichiusi
che tutto romanticamente fiorisce;
Tendono le orecchie, ascoltano
il cinguettio dei passeri.
Io voglio oscurare la finestra
della stanza con una tenda nera;
Con furia i miei fantasmi
ogni giorno mi cercano e mi trovano.
L'antico amore riappare,
dal regno dei morti si solleva
per sedersi accanto a me
e forza il mio cuore a spezzarsi.
7.
Mi hanno annoiato
e mi hanno tormentato,
gli uni con il loro amore,
gli altri con il loro odio.
Hanno avvelenato il pane
e offerto il calice,
gli uni con il loro amore
gli altri con il loro odio.
Ma più ancora
che tormentato, mi ha annoiato, e afflitto
chi non mi ha amato,
chi non mi ha odiato.
(Traduzione di Omar Wisyam)