Era
una fredda mattina invernale. Il sole, sorto già da qualche ora, faticava a
farsi spazio tra le nuvole che coprivano già buona parte del cielo. Un timido
raggio di sole riuscì a filtrare tra le persiane della stanza di Bulma,
scaldandole lievemente il viso. Bulma, inizialmente, fece una smorfia per il
brusco risveglio, ma poi si decise ad alzarsi. Si sentiva strana...La notte,
passata quasi interamente insonne, non le era bastata per riflettere sugli
avvenimenti di quegli ultimi tempi. Alla fine, quando mancavano poche ore
all’alba, aveva ceduto e le sue membra si erano abbandonate piano piano
all’oblio del sonno. Aveva ancora bisogno di riflettere, non se la sentiva di
scendere di sotto, rivedere il volto amato senza aver ancora fatto ordine nella
sua mente e nel suo cuore. Non sapeva più che pensare. Molto probabilmente il
suo era un amore non corrisposto, come sempre o forse solo una cotta,
un’infatuazione passeggera. Stavolta avrebbe preferito fosse una cotta, una di
quelle da poco conto. Perlomeno, se l’avesse lasciata, avrebbe sofferto meno e
dopo poco sarebbe tutto passato. Non era mai stata fortunata con gli uomini.
Yamcha era l’esempio più appropriato... Non che potesse dire di essere stata
male con lui, le aveva donato tanti di quei momenti felici... Inizialmente
erano stati veramente bene insieme. Poi lui aveva cominciato ad abituarsi alla
città, anche se era insieme a Bulma non faceva altro che guardare le altre
ragazze, senza preoccuparsi minimamente di lei...
No,
lei riteneva di non meritarsi il trattamento che le aveva riservato, si era
fatta coraggio e l’aveva mollato. Era vero, non che fosse bellissima, ma non
era ancora vecchia decrepita come Baba, non era ancora da buttar via...E lei lo
sapeva. Aveva imparato a guardarsi intorno e aveva capito che poteva pretendere
di più. Una persona solamente, però, riusciva ad attirare la sua attenzione,
anche se non nel modo più appropriato.
Non
si può dire che Bulma e Vegeta si piacessero, passavano a litigare la maggior
parte del tempo.
Intanto
Bulma, già da un po’, aveva in mente l’idea di lasciare Yamcha, ma non l’aveva
ancora fatto. Perlomeno fino a quando qualcuno molto influente non le aveva
dato il coraggio.
Era
ancora autunno e lei se ne stava sul balcone della sua camera a guardare il
tramonto.Improvvisamente si era accorta della sua presenza. Non ne era sicura,
solamente lo sperava. Lei sapeva benissimo che era l’unico che poteva darle il
coraggio per lasciare definitivamente quel donnaiolo (per non dire di peggio).
Lui si era avvicinato con passo felino e da dietro le aveva detto:
-
Hai lasciato quel perdente? – Conoscendolo poteva riferirsi solo a Yamcha.
-
Che ne vuoi sapere tu...?-
-
Sarà un mese che ci pensi, si vede ad un miglio di distanza...Noi Sayan non
saremo dei geni ma ce l’hai scritto in faccia, solo uno scemo come Goku non lo
capirebbe...-
-
non sono affari che ti riguardano-
-
scusa tanto se per una volta ho avuto un pensiero per te- le aveva detto
sfoggiando il suo solito sorriso sarcastico. Aveva girato i tacchi per tornare
nella sua stanza quando, con un piccolo sussurro, la ragazza gli aveva dato la
risposta tanto attesa.
-
No...-
-
E si può sapere perché?- era preparato alla sua ennesima risposta sgraziata e
invece lei lo aveva sorpreso, aveva deciso di sfogarsi.
-
Non ne ho il coraggio...- si era avvicinato di più, prima l’aveva abbracciata
da dietro.Un breve stacco di silenzio.
-
Non è giusto che tu ti sprechi per quello...- Aveva continuato lui. Lei stava
per imprecargli contro come al solito ma le parole le morirono in gola quando
lui cominciò a baciarla sul collo.
-...tu
meriti di meglio...- L’aveva sorpresa più di quanto immaginava, non si
aspettava un tale comportamento da lui. Dall’emozione stava quasi tremando;
forse, inconsciamente, senza volerlo, aveva sempre desiderato quel tipo di
attenzioni da parte di Vegeta. E forse, in quei rari momenti in cui il suo
desiderio affiorava nella sua testa, nel cielo passava una stella cadente che,
intenerita dal sogno d’amore di una giovane ragazza, aveva deciso di
accontentarla. In quel periodo, i loro frequenti litigi erano l’unica cosa che
era riuscita ad ottenere, fino a quella sera.
Intanto,
mentre lei, quasi assente, pensava lui le aveva sfilata la giacca, abbassato le
spalline e si stava dedicando alle sue spalle. Anche se era autunno e faceva
già un po' freddo lei non lo sentiva. Si sentiva bruciare tutto il corpo,
soprattutto nei punti dove la bocca del suo amante l’avevano sfiorata. I baci
di Yamcha non le avevano dato emozioni tanto forti, per la verità non l’aveva
mai baciata in quel modo, al massimo un timido bacio sulla bocca. Inizialmente
aveva pensato che questo fosse dovuto alla sua timidezza ma, col tempo, si era
resa conto che Yamcha non aveva mai desiderato farlo e basta.
Improvvisamente
la voce della madre la distolse dai suoi pensieri.
-
Bulma cara scendi, la colazione è pronta-
“Ma”,
rifletté Bulma “io sono pronta a quello che mi aspetta?”
Non
aveva più rivisto Vegeta da quella magnifica notte. Si era svegliata sola, lui
era andato ad allenarsi come al solito. La mattina era stata a lavoro e, ad ora
di pranzo, era andata ad un appuntamento con Yamcha per lasciarlo. Lui non
aveva obbiettato per niente. O forse non gliene aveva dato il tempo. Dopo
avergli ricordato di essere stanca del suo comportamento e che lo lasciava era
corsa via. Poi si era ributtata a capofitto al lavoro ed era tornata a casa
solo la sera tardi.
A
casa si era messa a letto a pensare ed ora ecco che la madre la chiamava per
scendere... Se fosse scesa avrebbe dovuto incrociare di nuovo il suo sguardo, e
se poi l’avesse rifiutata? No, era pronta a tutto ma non a questo.
-
Bulma?!scendi!!!La colazione è pronta!!!-la madre la chiamò di nuovo
distogliendola ancora dai suoi pensieri. Si affacciò lievemente alla porta e
urlò:
-
MAMMA!!!MANGIO QUALCOSA DOPO IN UFFICIO!!!NN ASPETTATEMI PER CENA!!-
Si
vestì, scese e uscì di corsa senza salutare nessuno. Vegeta la vide
scapicollarsi, quasi cadere, dalle scale ed uscire come una forsennata. Gli
scappò uno dei suoi sorrisi provocatori, quelli che facevano tanto infuriare
Bulma. Si sbrigò a finire il suo pasto e si chiuse nella gravity room.
Lei,
arrivata in ufficio non sapeva che fare, aveva fatto la maggior parte del
lavoro il giorno precedente. Si lasciò di nuovo trasportare dai ricordi fino a
quella notte...
L’aveva
stretta da dietro e baciata sul collo, sulle spalle. Con una mano si era
infilato sotto la gonna, percorrendo le sue gambe e con l’altra sotto la
canottierina, sotto il reggiseno, torturando quella parte del corpo che lui
tanto amava. Non ancora, non era ancora convinta. Aveva allontanato le sue
mani, cercava di respingerlo.
-
Vegeta...Ti prego...Non così... Smettila!!!Non l’ho mai permesso a nessuno...-
Quando,
però, si era girata e l’aveva guardato negli occhi non era più riuscita a
resistere, si era persa nei suoi occhi neri, erano così profondi, tanto da
farle mancare il fiato. Lui era avvicinato lentamente, con fare sensuale,
facendo esplodere tutta la sua passione sulle labbra di lei. Il bacio era fatto
più appassionato, mentre le mani di lui la toccavano sapientemente su tutto il
corpo. Poi si era avvicinato al suo orecchio... bisbigli d’amore che la fecero
sciogliere definitivamente tra le sue braccia.
-
Farò piano - le disse.
Bulma
non riusciva più a controllare le sue azioni e questo lui lo sapeva, ora
l’aveva sotto il suo controllo. La mise sul letto, la spogliò e lasciò che lei
facesse lo stesso. Lei rimase con solo le mutandine e lui i boxer. Poi
ricominciò a baciarle il collo e le spalle, poi scese ancora fino ai seni
perfetti di lei, ne prese uno in bocca e cominciò a baciarlo e succhiarlo,
facendola gemere e singhiozzare. Contento di questo volle fare di più e una con
mano torturò l’altro seno. Lei era ipnotizzata da lui, dal suo modo di fare
rude e selvaggio, dal suo corpo statuario, i suoi muscoli perfetti che
sfioravano le sue delicate forme. Bulma era quasi al limite ma lui non era
ancora del tutto soddisfatto del risultato, volle tentare oltre. Lasciò perdere
i suoi seni e percorse con la mano le sue gambe mentre la baciava. Stuzziccò
con le dita la sua femminilità mentre lei si contorceva sotto quella piacevole
tortura. Non ancora del tutto soddisfatto del risultato volle farla impazzire
ancora di più, scese ancora e la stuzzicò dentro le gambe, turturò la sua
femminilità con la bocca, facendola contorcere, gemere e anche urlare. E mentre
lei assaporava quelle emozioni nuove per lei, lui la penetrò improvvisamente ma
con fare delicato. Lei sentì lievemente dolore, si fece scappare un urlo che
morì sulla bocca di lui, facendole dimenticare ciò che aveva sentito. Il dolore
fece spazio alla passione e al desiderio. Lui cominciò a muoversi dentro di
lei, godeva dei suoi gemiti. Sentendo le sue unghie conficcarsi nella schiena
aumentò il ritmo. Si dovette fermare solo quando un potente orgasmo li colse
entrambi.
La
segretaria bussò lievemente alla porta:
-
sig.na Briefs?-
- Sì
Laura?-
- è
ora di pranzo...Non esce?-
-
Grazie Laura, ma penso che rimarrò qui- La segretaria chiuse la porta. Poi la
riaprì bruscamente:
- no,
capisco che portare avanti una grande azienda come la Cap.Corp. sia una cosa
difficile per una donna ma lei è ancora giovane e non può sprecarsi così!!!-
-
Laura, ma che dici?!?!- chiese Bulma.
-
Senta, lo so che non sono affari miei ma si vede lontano un miglio che lei
soffre per un uomo...E’ da un mese che è così...e non è giusto, lei è ancora
giovane e carina e...mi scusi-
-
Laura...Si vede così tanto?-
-
purtroppo si...senta, le va di parlarne durante la pausa pranzo?-
Così
le due andarono a pranzo insieme come due vecchie amiche.
- E
così l’ho lasciato...-parlava di Yamcha
- Hai
fatto bene Bulma!!!Non ti meritava- Ormai si davano del tu, erano diventate
grandi amiche, si conoscevano da tanto, erano vari anni che Laura era la
segretaria di Bulma, ma non erano mai entrate in confidenza, fino ad ora.
- E
l’altro?- osò Laura
-
L’altro chi?-
- Dai
Bulma!!!Si vede che c’è un altro, altrimenti quando mai avresti lasciato
Yamcha!!!-
Si
riferiva a Vegeta, si ricordò di quando e COME l’aveva incoraggiata...
“non
è giusto...meriti di meglio...”
-
Sveglia Bulma!!!- si era di nuovo lasciata trasportare dai ricordi
-
Eh?-
- Ti
eri addormentata?-
- No,
pensavo a lui...-
-
Allora è vero?c’è un altro...-
-
Si...e sai che ti dico?oggi finisco prima di lavorare e ci vado a parlare!!!Laura,
oggi hai la giornata libera, ci vediamo domani!!!-
- ok,
ciao Bulma!!!BULMA!!!NN CORRERE COSì!!!BULMAAAAAAAA!!!!!!-Ma Bulma era già
scappata via. Rientrò negli edifici della Cap.Corp. dove abitava. Spalancò la
porta. Trovò un biglietto dei genitori:
“Cara
Bulma, noi staremo fuori per un po’, non aspettarci perché rimarremo fuori fino
a domani mattina”
“meglio
così”pensò“perlomeno potremo parlare in pace!”
Come
al solito Vegeta stava nella gravity room ad allenarsi. Era passato si e no un
mese da quando il ragazzo proveniente dal futuro li aveva avvertiti dei cyborg
del dott.Gelo e Vegeta si allenava costantemente.
Mise
la gravità normale ed entrò.
-
Vegeta?-disse timidamente, quasi sussurrando.
- Che
vuoi donna?Non lo vedi che mi stò allenando?!?-
- Non
pensi che dobbiamo parlare...Di quello che è successo l’altra notte...?-
- E
perché?è successo e basta, che ci vuoi fare?E ora vattene che mi devo allenare-
- e’
successo e basta?!?!?certo, io sono quella da una notte e basta!!! Che c’è?eri
in crisi d’astinenza?Capita quando passa tanto tempo da quando...-
- ma
che dici?!?!?hai voglia di litigare?!?!?bè se si vedi di andare da un’altra
parte che mi devo allenare!!!-Stavolta Vegeta non se la sentiva proprio di
litigare.
-
certo...tu ti devi sempre allenare...Però l’altra notte non ti dovevi
allenare!!!O anche quello era allenamento?-
-
SMETTILA BULMA!!!IL TUO COMPORTAMENTO MI DA LA NAUSEA!!!-
-
SMETTILA TU!!!a te non te ne importa niente d niente!!! Tutte quelle parole
dolci, quei bisbigli d’amore, era tutto falso!!!Certo, a te che ti frega se
sono in cinta?!?!?se ho sofferto, se mi hai fatto male...-si avventò contro di
lui, provando a colpirlo ma lui, con una velocità inaspettata fermò le sue
delicate braccia e tenendole in alto la spinse contro il muro. La guardò,
sussurò sensualmente il suo nome e la baciò, prima piano, poi con più foga. Lei
non voleva risponderegli ma non riuscì a resistere a quel sayan che aveva
conquistato il suo cuore per l’eternità. Per la prima volta in vita sua Bulma
sentì il desiderio crescere nel suo cuore e premere contro la sua femminilità.
La portò nella sua stanza e la fece sua di nuovo, proprio come la prima volta e
così la fece urlare e gemere, però stavolta Bulma non provò dolore ma solo
piacere.
Quando
si svegliò era notte e il suo amante la stringeva ancora, non se n’era andato
via come la notte precedente. Rimase ferma per non svegliarlo, quando dormiva
aveva una faccia calma e rilassata, non sembrava neanche lui. Poi vide Vegeta
che stava per svegliarsi. Richiuse gli occhi, voleva fargli credere di dormire
ancora, voleva vedere se l’avrebbe lasciata di nuovo sola. Lui la guardò con un
sorriso beffardo, con la mano le accarezzò dolcemente il viso.
-
apri gli occhi principessa, credi sia così facile ingannare il principe dei
sayan?-la scansò lievemente e la baciò. Smise di guardarla e fissò il soffitto.
-e
così sei incinta...-
Cazzo.
Bulma gli aveva detto di essere in cinta ma non ne era sicura. Silenzio.
-
perché non dici niente?-Si sentì terribilmente in colpa. E se non fosse stata
in cinta?
-
Vegeta...-lui si voltò per guardarla negli occhi. Il suo sguardo riusciva
sempre a metterla a disagio.
- Non
ne sono sicura...Ho solo un ritardo ma...Ero arrabbiata, mi è uscito così...-
- Sei
incinta-disse lui calmo.
-
Come?-
-
Sento l’aura del piccolo- mise una mano sulla sua pancia e poi la baciò
-
qui dentro c’è mio figlio- mentre la fissava si accorse che aveva un mezzo
sorriso stampato sulle labbra.
-
Vegeta...Perché hai reagito così...-
-
sono il principe dei sayan, non ti devo nessuna spiegazione-
Lei,
invece di arrabbiarsi, lo strinse più forte.
-
io...Vegeta io...io credo di amarti-
Vegeta
rimase visibilmente sorpreso. Nessuna delle donne che aveva avuto gli aveva mai
detto di amarlo. Stavano con lui perché era il principe dei sayan, per dovere
di suddite, solo per ciò che rappresentava, non per ciò che era veramente.
Invece Bulma si era lasciata andare con lui quando ormai non rappresentava più
niente, forse lei provava veramente qualcosa per lui, e forse anche
lui...L’accarezzò dolcemente, la guardò meglio e si accorse che dormiva. Si
accorse di quanto l’aveva desiderata e ora che l’aveva avuta non poteva più
farne a meno. Fra poco avrebbe dovuto combattere con i cyborg e non poteva
permettersi di affezionarsi ad un’umana. Poi sarebbe stato troppo duro
separarsene, se non fosse riuscito a sopravvivere lei avrebbe sofferto troppo.
Decise di andare via dalla Cap.Corp. e da lei prima che fosse troppo tardi.
Così
Bulma si svegliò di nuovo sola, scese e trovò i genitori appena tornati:
-
Mamma hai visto Vegeta?!-
-
Bulma cara non hai un bell’aspetto, non hai dormito bene?Abbiamo visto Vegeta
uscire come un forsennato, ha detto che non tornerà. Anche lui mi sembrava non
avesse dormito molto. Avete per caso litigato?-
Bulma
rimase di sasso, non fu per niente contenta di quello che era successo. Però
decise che non gli avrebbe concesso una seconda possibilità, decise che avrebbe
cresciuto suo figlio da sola, suo figlio sarebbe cresciuto senza un padre.
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Il
tempo volò, passò veloce, veloce come una pagina che viene girata. E così Bulma
decise appunto di girare pagina, di cambiare vita...
Ora
Cell aveva appena raggiunto la forma perfetta, il piccolo Trunks aveva un anno.
Vegeta
era tornato alla Cap.Corp. per allenarsi nella gravity room. Cell aveva appena
annunciato del suo torneo. Bulma e Vegeta non si erano visti per niente. Bulma
non poteva sopportare quella situazione. Anche se l’aveva lasciata l’amava
ancora, il suo cuore gli apparteneva ancora, sarebbe stato suo per sempre, di
quel sayan, quel rude, maschilista ma passionale sayan. Anche se non era sicura
che l’amasse, anche se l’aveva abbandonata quando era in cinta del loro figlio,
anche se Vegeta non l’aveva mai considerato sua lei l’amava e avrebbe
continuato ad amarlo per tutta l’eternità. Avrebbe continuato ad amarlo in
silenzio e di nascosto, sarebbe stata un’ombra nel suo passato. E poi, per
sentirlo ancora vicino, le bastava guardare gli occhi del suo piccolo. Anche se
erano azzurri erano profondi come quelli del padre, poteva avvertire la sua
stessa forza quando con le manine le afferrava la mano.
Era
già sera, aveva preso il piccolo Trunks in braccio e lo cullava per farlo
addormentare.
“il
mio piccolo Trunks”, gli ripeteva mentre lo cullava “diventerà grande e forte
come il Trunks del futuro, come...” Si fermò, stava per dire come suo padre ma
non ne ebbe il coraggio, si sentiva come osservata, come quella volta...Sentì
un brivido percorrerle la schiena. No, non poteva essere LUI, era
immaginazione, solo immaginazione. Quando quella sensazione sparì lo rimise
nella sua culla e si avviò verso il letto. Era molto spazioso e poteva
benissimo ospitare due persone. Come avrebbe voluto averlo al suo fianco...
Passarono
i giorni, vivevano tutti e quattro insieme, lei, il piccolo Trunks e il Trunks
del futuro e Vegeta...Tutti e due i Trunks assomigliavano in modo
impressionante a lui, più li guardava e più lo vedeva in loro. Era felice e
allo stesso tempo triste. Avrebbe avuto per sempre Vegeta accanto a se, lo
avrebbe visto nel suo bimbo, lo vedeva nel Trunks del futuro...Però era triste
perché più avrebbe visto suo figlio più le sarebbe mancato Vegeta e
soprattutto, crescendo, sarebbe mancato al suo piccolo.
Trunks
si stava allenando ancora nella gravity room quando il padre uscì.
-
hai già finito gli allenamenti padre?-
-
faccio una pausa- ed uscì.
Trunks
decise di seguirlo, non era da lui smettere di allenarsi, mancavano solo due
giorni e poi sarebbe arrivato il giorno del torneo di Cell, non era nemmeno la
prima volta che si comportava così, in verità era così tutte le sere, alla
stessa ora.
Così
vide una cosa che non avrebbe mai immaginato di vedere. Vide il padre che
spiava la madre mentre lo metteva a letto, o meglio metteva a letto lui da
piccolo. Sentiva la madre che mugugnava una piccola melodia per farlo
addormentare mentre lo cullava, alternando paroline dolci che si dicono
solitamente ai bambini. E mentre il padre guardava la scena un sorriso gli si
dipinse sul volto.
-
...padre...?-lo chiamò.
-
che vuoi?!?!-
-
domani è l’ultimo giorno prima del cell game, non dovresti parlarle?-
-
e perché?che motivo c’è?sai bene che io e tua madre non stiamo più insieme...-
-
anche nel futuro ci avevi lasciati e, da come racconta mia madre, lei decise
che mi avrebbe cresciuto da solo, senza di te. Però lei ti amava ancora e da
quando gli venne portata la tua notizia della tua morte non si è mai perdonata
di non averti mai detto cosa veramente provava, anzi prova, per te-
Vegeta
era stato a guardare in silenzio il figlio mentre gli parlava, senza dire una
parola.
-
padre...lei ancora dopo tanti anni soffre per la tua morte, non ha mai smesso
di amarti anche se l’avevi lasciata quando aveva più bisogno di te. So quanto
deve aver sofferto e per questo credo mi abbia mandato qui non solo per salvare
gli umani di questo passato ma anche per essere felice almeno in un altro
futuro-
Solo
a questo punto Vegeta decise di parlare:
-
ti ha detto lei tutto questo?-
-
no ma...sono sicuro che è così, quando mia madre ha un problema le si legge sul
volto. Lei è sempre stata felice e spensierata e non è mai riuscita a
nascondere le sue emozioni...e nemmeno ora ci riesce...-
Queste
ultime parole Trunks le pronunciò con un velo di malinconia. Gli apparve
davanti la madre che tentava di inscenare un’espressione calma e felice, anche
se le si leggeva negli occhi il dolore che provava...
-
so bene che tua madre non è mai stata brava a mascherare i suoi stati d’animo-
Vegeta non avrebbe mai dimenticato quel mese in cui la vedeva sempre abbattuta,
poi il cambiamento di una notte...L’aveva osservata tutto il tempo mentre
dormiva, con un’aria calma e rilassata, quasi tutti i suoi problemi e i suoi
dubbi si fossero dissolti in un momento. E il giorni dopo, quando cercava di
evitarlo per nascondere il dolore di averlo perduto. Da quando l’aveva lasciata
non si erano più rivolti la parola e non la biasimava certo per questo. Le
parole di Trunks gli fecero pensare a quanto doveva aver sofferto e tutto per
colpa sua e del suo orgoglio. Tornò a guardare nella stanza. Tutte le sere lui
andava a spiare la scena: lei che canticchiava qualcosa per far addormentare il
piccolo e, quando stava per addormentarsi, gli diceva sempre quanto sarebbe
diventato forte. Lo paragonava al Trunks del futuro, a Cell ma mai a lui, a suo
padre. Poi lo metteva nella culla e si avviava verso il suo letto. Si girò e si
accorse che Trunks era tornato nella gravity room e così fece anche lui.
Quella
sera Bulma si rese conto che le sue sensazioni erano sensate. Lui era sempre lì
quando metteva a dormire il suo piccolo e quella sera sentì anche il colloquio
tra padre e figlio. Non sapeva se essere felice o triste, non sapeva che fare,
era più confusa che mai. Tutto ciò che Trunks aveva detto era vero, anche se
parlava di una lei di un altro spazio-tempo sapeva che qualunque cosa sarebbe
successa lei avrebbe sempre amato quel sayan, non poteva farci nulla. Se non ci
fosse stato Trunks forse sarebbe stato diverso, lui era il simbolo vivente di
quella notte che lei non avrebbe mai dimenticato. Forse lui l’aveva già fatto,
visto come si è comportato, pensava, mi considera una delle tante e basta.
Eppure, dentro di se, non era del tutto convinta di quello. Come al solito non
riuscì a resistere molto, la giornata era stata lunga e faticosa e alla fine,
come al solito, si era addormentata a metà ragionamento.
Passata
la notte Bulma si svegliò. Sentiva che nell’aria c’era qualcosa di strano, come
di cambiamenti, decisioni importanti, di vitale importanza...Già, doveva dire a
Vegeta ciò che provava, se non fosse sopravvissuto al Cell game non avrebbe mai
avuto l’opportunità di dirglielo o non se lo sarebbe mai perdonato. Se stessa
del futuro le aveva dato l’occasione di cambiare le cose e lei doveva fare
tutto il possibile per far si che i suoi sforzi non fossero vani. Guardò
l’orologio, 6.05. Era abbastanza presto, forse Vegeta non si era ancora
svegliato, quindi se fosse andata da lui lo avrebbe trovato ancora in
camera...No, non poteva svegliarlo, si allenava molto e non era il caso
disturbarlo. Lo avrebbe di certo visto alle 9.00, orario in cui si precipitava
in cucina dopo i primi allenamenti. No, non le avrebbe dato retta, niente e
nessuno potrebbe distrarlo dal cibo. Questo pensiero le fece scappare una
risatina, quante volte, qualche anno prima, lo aveva rimproverato per le sue
cattive maniere. Col tempo, però, si era rassegnata al fatto di avere un sayan
dentro casa...Le era mancato tutto questo quando se n’era andato.
Lei
sapeva che ogni sera passava davanti alla sua stanza mentre metteva a dormire
il piccolo Trunks. Quella strana coincidenza si ripeteva molto spesso...Forse
quella era l’unica occasione possibile per tentare di riavvicinarlo a se. Però
cosa avrebbe fatto se l’avesse respinta?Se non fosse più attratto da lei?e se
non lo fosse mai stato?No, se non l’avesse trovata in qualche modo attraente
non avrebbe mai fatto quello che ha fatto...“Comunque sia tanto vale provare,
tanto peggio di così tra noi non potrebbe andare”pensò. Passò quell’ultimo
giorno di pace come se fosse tutto normale. Solo Vegeta non si uscì mai dalla
gravity room, ne' per pranzo ne' per cena. L’ora si avvicinava e Bulma era tesa
più che mai. Non sapeva se doveva cercare di colpirlo cercando di apparire più
seducente oppure essere normale come al solito. E se invece Vegeta non si fosse
presentato?
Il
piccolo Trunks guardava serio la madre che faceva su e giù per la stanza, la
guardava come se cercasse di capire cosa facesse...
Lei
se ne accorse e si avvicinò al piccolo:
-che
c’è piccolo Trunks?Cerchi di capire cos’ha la tua mamma?Come sei dolce- e
mentre gli parlava lo guardava e ci giocherellava un po’. Prese una sedia e si
mise seduta vicino alla culla.
-
Piccolo Trunks, sei proprio un bel bambino...Io lo so che diventerai bello e
forte, sarai forte come l’altro Trunks e anche di più, forte proprio come il
tuo papà!!!SI Trunks, tuo padre è uno degli uomini più forti del pianeta e tu
diventerai forte come lui...-
Vegeta
passò di li come al solito, aveva passato tutto il giorno ad allenarsi, aveva
paura per la prima volta in vita sua, paura di non farcela...Come sempre il suo
orgoglio lo aveva messo nei guai.
Dopo
essersi allenato molto aveva deciso di concedersi un po’ di riposo, si era
fatto una bella doccia e come al solito, puntuale come un orologio, si era
diretto nell’ala del palazzo dove c’era la camera di Bulma. Vide la porta
socchiusa e decise di sbirciare. Aprì poco di più, tanto da riuscire a scorgere
la ragazza che parlava col piccolo. Gli parlava come se riuscisse davvero a
capirla, continuava a dirgli quanto forte sarebbe diventato, come al solito, ma
stavolta disse anche che sarebbe diventato forte come suo padre!!!Bulma pensava
davvero che lui fosse uno degli uomini più forti del pianeta?Lo stimava davvero
così tanto?
Rimase
un po’ perplesso, quasi in trance. Quando poi si sporse di nuovo dalla porta
vide la donna, ancora seduta vicino alla culla che sembrava quasi addormentata.
Si avvicinò, voleva metterla a letto. Bulma era talmente assorta nei suoi pensieri
che stavolta non si accorse che il sayan stava entrando nella camera e si
dirigeva verso di lei.
Appena
la sfiorò lei si voltò, la sorpresa dipinta sul suo volto lo fece sentire
ancora più confuso.
-
Vegeta?Sei...Sei tu?-
-
si...E’ che...Credevo che ti fossi addormentata e...Bè, non volevo prendessi
freddo. Se ti ammalassi chi si prenderebbe cura di nostro figlio? Io non mi
sentirei sicuro a lasciare mio figlio in mano a tua madre...-
Si
stava preoccupando di lei e del suo bambino, anzi, del loro bambino, come aveva
detto lui. Si avvicinò al sayan e lo fissò. Gli piaceva specchiarsi nei suoi
occhi, lasciare che lui faccesse lo stesso. Gli piaceva avere i suoi occhi
dentro propri.
A
volte credeva di potersi perdere nelle profondità di quel nero...
Vegeta
era confuso quanto lei ma non lo dava a vedere, anche lui amava perdersi nel
blu degli occhi di lei, credeva di affondare in un mare infinito, di perdersi
in un cielo sconfinato...
Non
poteva farsi scappare l’occasione della sua vita. Gli si avvicinò, lo spinse
contro la porta chiudendola dietro di lui. Affondò la faccia contro il suo
petto muscoloso, respirando il suo profumo. Anche se si era allenato tutto il
giorno, l’odore di sudore era appena percettibile. Piuttosto avvertiva un forte
odore di sapone, doveva aver appena fatto la doccia. E poi c’era sempre quel
inconfondibile odore. L’odore del suo sayan. Gli piaceva da morire quell’odore.
In quelle due notti fantastiche i suoi sensi si erano abbandonati
inconsapevolmente, come se niente fosse, a quel profumo. Non sapeva come fare a
dirgli quanto l’amava, continuava solamente a strofinarsi contro di lui. Aveva
un’improvvisa voglia di sentirsi stretta dalle sue braccia, però non voleva
manifestare esplicitamente questo bisogno, voleva che se ne accorgesse da solo.
Cominciò a stringerlo più forte, sarebbe stato impossibile non capire cosa
volesse. Infatti, Vegeta aveva capito ma aveva paura, se l’avesse stretta di
nuovo era ovvio come sarebbe finita. Altrettanto ovviamente non gli sarebbe
dispiaciuto, però se non fosse più tornato lei avrebbe sofferto di più...
Bulma,
impaziente di aspettare che lui si decidesse, percorse le sue braccia, afferrò
le sue mani e le fece scorrere lungo la sua schiena fino a cingerla con le sue
poderose braccia.
-
No Bulma, per favore, non è il caso- Vegeta cercava di evitare l’inevitabile,
se Bulma si era messa in testa che sarebbe dovuto succedere nessuno l’avrebbe
potuta fermare.
-
Bulma, non voglio che tu ti affezzioni di nuovo a me...Perché...- Bulma lo
fisso.
-
Bulma, se io non dovessi tornare- Bulma lo fece zittire con un lungo bacio.
-
Vegeta...E’ inevitabile, anche se stanotte non succedesse niente io ti amo, ti
ho sempre amato e anche se tu...tu non dovessi tornare io ti amerò per sempre-
Vegeta rimase senza parole.
-
Vegeta ti prego, non voglio che tu mi lasci senza... diciamo ...Essere stati
insieme ancora una volta-
Vegeta
si stupì della proposta esplicita che le aveva fatto quella donna, anzi no, non
QUELLA DONNA, bensì Bulma, LA SUA BULMA.
-
Vegeta- continuò lei– Ti prego, concedimi quest’ultima cosa, anche se non provi
ciò che provo io, ti prego-
La
guardò ancora, nei suoi occhi supplicanti vide per la prima volta il desiderio.
Era veramente cambiata, la prima volta voleva respingerlo mentre ora lo pregava
di farlo.
Le
accarezzò dolcemente il viso, le tolse una ciocca ribelle da davanti gli occhi
e la ripose dietro il suo orecchio, in modo da poter ammirare il suo viso
perfetto. Anche se erano passati gli anni era sempre bellissima. Non una ruga,
nemmeno un minimo segno dell’età, che non era poi molta, attraversava il viso
della ragazza. Continuava a fissarla senza dire una parola, mentre con il dito
percorreva il viso e il collo. Lei provava veramente ancora qualcosa dopo tutto
quello che le aveva fatto? Era proprio come Trunks del futuro gli aveva detto,
lei non aveva mai smesso di amarlo.
Mentre
valutava se accontentarla o no, percorse le sue curve con una mano, senza
tralasciare niente. Bulma chiuse gli occhi per assaporare meglio quelle
sensazioni, le era mancato da morire il suo tocco delicato. Poi fece scorrere
il braccio lungo i fianchi, l’attirò a se e la baciò con quanta più passione
poteva. Bulma si sentiva eccitata come mai in vita sua, Vegeta era tornato da
lei e ora la stava baciando appassionatamente, quasi con violenza. Non c’era
nulla da fare, amava quel sayan più della sua stessa vita altrimenti non
avrebbe mai fatto quello che stava per fare.
Ancora
baciandolo lo trascinò verso il suo letto. Lo spoglio, si stese e lasciò che
lui la spogliasse. Mentre la riempiva di baci sulla bocca, sul collo, sulle
spalle ebbe una piccola esitazione avvicinandosi ai seni. Non ricordava fossero
tanto perfetti. Li prese prima fra le mani, quasi per assicurarsi che fossero
veri, poi cominciò a succhiarne uno. Bulma singhiozzò a quel gesto, non
ricordava quasi più quanto fosse dolce e allo stesso tempo violento il modo di
fare di quel sayan. Stava rifacendo tutto ciò che aveva fatto la prima volta,
Bulma non poteva dimenticarlo. Aveva assaporato ogni centimetro del suo corpo,
aveva torturato la sua femminilità facendola impazzire di piacere e poi era
entrato in lei, facendole sentire dolore ma anche piacere. Per la prima volta
in vita sua un uomo era riuscito a farle avere il desiderio di fare l’amore.
Lui
era stato il primo e l’unico a dormire con lei. E forse era l’unico che la
meritava veramente.
Vegeta
aveva dimenticato ogni paura o esitazione e procedeva lentamente nel compiere
tutti quei piccoli gesti che la prima volta avevano portato all’orgasmo la sua
donna. I singhiozzi e le urla di piacere di Bulma gli fecero dimenticare tutto
l’universo...Cell, Goku, Gohan ora che era insieme a lei non avevano più
importanza. Era come se tutto l’universo si fosse ridotto a lui e Bulma.
Improvvisamente, prima di penetrarla, decise di chiedere un’ultima volta il suo
consenso, la guardò negli occhi e lei annuì silenziosamente prima di riprendere
a singhiozzare mentre il suo amato entrava in lei. Il suo sogno d’amore era
stato realizzato, ora Vegeta sapeva cosa lei provava e se non fosse più tornato
non avrebbe avuto il rimorso di non avergli confessato i suoi sentimenti.
Dopo
l’ennesimo grido di piacere anche Vegeta urlò all’arrivo del suo orgasmo e si
staccò da Bulma. Si riprese prima di lei e cominciò a fissarla mentre respirava
ancora affannosamente. La prese e poggiò la testa della ragazza contro il suo
petto per sentirla più vicina e subito dopo la circondò con le braccia.
Prima
che la ragazza si addormentasse lui l’avvicinò a se e le rubò un ultimo bacio.
Ancora sulle sue labbra le sussurò:
-
Ti amo Bulma -
La
ragazza si strinse ancora più stretta al sayan prima di rispondere:
-anche
io-fino a che non si addormentarono cullati dal loro grande amore.
Il
piccolo Trunks si trovava ancora nella sua culla. Essendo un mezzo sayan, per
di più figlio di Vegeta, aveva il sonno molto pesante. Però, dopo un po’, venne
svegliato dalle urla dei genitori. Le pareti della culla erano un po’ alte,
però, dopo un po’, riuscì a guardare oltre. Guardò verso il letto della madre e
la vide abbracciata ad un uomo, nel quale riconobbe suo padre Vegeta. Visto e
considerato che i bambini sono più intelligenti di quanto sembrano, il piccolo
Trunks, anche se lo conosceva da poco, sapeva che Vegeta era suo padre e sapeva
anche che i genitori si erano lasciati. Vedendo dalla sua culla la madre tra le
braccia di lui subito dopo tutte quel macello dedusse che i genitori avevano
appena litigato, ma subito dopo avevano fatto la pace e si erano addormentati
insieme. A questo pensiero il bambino cominciò a ridere, si ribbutò
all’indietro e si riaddormentò col sorriso stampato sulle labbra.
Che ve ne sembra di
questa fine?E’ un po’ strana, vero?
Vabbe, mi è venuta così
by Faye.