UNA SUPER-SAIYAN INNAMORATA
-CAPITOLO 2-
Bra
si era rifugiata in un parchetto non molto lontano dalla scuola in preda alle
palpitazioni. Seduta su una panchina respirava profondamente guardando in
basso. Dopo aver ripreso fiato alzò lo sguardo e si guardò attorno. Allora le
tornò alla mente un vecchio ricordo: “io qui… sì, era proprio questo il posto
dove anni fa avevo visto Goten e Marron abbracciati insieme! Ora ricordo tutto…
era un episodio talmente lontano che ormai lo avevo scordato. E io ora mi vorrei
vendicare di un torto di tanti anni fa… ma come poteva sapere Goten che
comportandosi così mi stava facendo del male? Lui non ha colpa. E poi… è così
maledettamente carino! Non si merita una punizione tanto severa. Ora chissà
come si sente, l’ho lasciato da solo sul tetto senza neanche una parola! Goten,
dove sei ora? Mi manchi… ho bisogno di te. Io credo…”.
“E’
volata via”. Goten parlava tra sé e sé, rimasto al chiaro di luna sul tetto
della scuola. Dentro, la festa continuava, ma il giovane Saiyan si era
completamente dimenticato della moltitudine di ragazze danzanti e avvenenti che
aveva ancora a disposizione. Dopo un po’ scese nella sala da ballo e ritrovò
Trunks, il quale gli venne incontro dicendo: “ah eccoti, ma dov’eri finito? Ti
ho cercato dappertutto!”. “Io torno a casa” disse Goten serio. “Cosa? Ma che ti
è successo? Ti ha morso un serpente velenoso? Fino a poco fa correvi dietro a
tutte le gonnelle della festa!”. “Io torno a casa” ripeté l’amico. “Mah, fa’
come vuoi. Hai visto mia sorella, per caso?”. “Troppo bella per essere vera…”
disse Goten con lo sguardo perso nel vuoto, dopodiché si avviò all’uscita.
“…innamorata?
Io innamorata?” Bra si interrogava da sola “ma non lo posso dire così, in fondo
lo conosco appena! Eppure… sarà meglio andare a casa, una notte di sonno mi
farà bene. Ci penserò domani.” E si avviò in direzione della Capsule
Corporation.
Il
giorno dopo Goten si svegliò col mal di testa “che nottataccia! Meglio
mangiare, magari mi passa il dolore”. Non si ricordava praticamente nulla della
sera precedente, ma aveva la netta sensazione di dover andare da Trunks a tutti
i costi, come se avesse una faccenda sospesa da sistemare. “Dopo andrò a fargli
visita, così forse mi verrà in mente cosa devo fare” si disse. Un’ora dopo si
alzava in volo verso la casa di Bulma.
“Ciao,
Trunks!” “Ehi Goten! Come ti senti oggi?” gli chiese l’amico. “Bene, ma perché
me lo chiedi?” “Be’, ieri sera te ne sei andato dalla festa con un’aria strana!
Non è da te lasciare un gruppo di ragazze scatenate in minigonna, così ho
pensato che stessi male”.
La
parola ‘festa’ fece ricordare al Saiyan più giovane quello che si era scordato
durante la notte “festa hai detto? S-scusa, dov’è tua sorella ora?” domandò.
“Ora è fuori, ma se vuoi andiamo a cercarla” rispose l’altro, così i 2 si
incamminarono.
Dopo
qualche minuto Bra comparve da dietro un angolo e il fratello, appena la vide,
la chiamò. La ragazza, come si accorse della presenza di Goten, alzò il braccio
per salutare e col sorriso sulle labbra accelerò l’andatura, quando a un tratto
si arrestò di colpo. “Aaahhh, vattene via, mostro! Toglimi quelle manacce di
dosso!” “E dai, ti va di uscire con me? Potremmo fare un romantico giretto al
parco e poi….” POW!!! Rumore di un pugno in piena faccia. Bra era allibita: Goten
non si era nemmeno accorto di lei che subito si era fiondato a insidiare una
poveretta che passava di lì per chiederle un appuntamento, con relativo pugno
come risposta. Il viso della giovane Saiyan per la rabbia stava diventando più
rosso del suo vestito. “Razza di idiota, e io dovrei essere innamorata di uno
come te? Se non te l’avesse dato quella smorfiosa, ci avrei pensato io a
tirarti un pugno come si deve!” Bra era infuriatissima e parlava a denti
stretti. Dopo essersi ripreso dal colpo Goten si alzò da terra con le stelline
che gli giravano attorno, dopo poco scorse una ragazza molto attraente, che
portava un completino rosso da far fischiare i lupi, e subito si lanciò ai suoi
piedi “sublime visione, esci con me, ti prego!”. Ora stava facendo il cretino.
POW!!! “Deficiente & depravato, levami i tentacoli di dosso!” e la sublime
visione se ne andò sdegnata coi pugni chiusi. Questa volta Goten ci mise un po’
di più a riprendersi dal pugno perché era stato tirato con la potenza di una
Saiyan.
“Ehi,
sei vivo? O sei semplicemente scemo?” chiedeva Trunks. “Quella era Bra?” fu la
prima cosa che volle sapere il ragazzo a terra appena rianimatosi. “Sì, era
lei, ed era piuttosto arrabbiata” “Io... la amo” “COSA? Non dire cretinate, non
ti sei ancora ripreso del tutto!" "No no, sono serissimo. Voglio
chiederle un appuntamento” “Fermo là, non ti permetterò di...!”. Troppo tardi.
Goten era già volato via alla ricerca della sua bella. “Oddio –si disse il
povero Trunks sconsolato in mezzo alla strada- prevedo guai”.
Mezz’ora
dopo Bra sentì bussare alla finestra di camera sua. “Ma chi è?” si chiese
aprendo la finestra, e subito si ritrovò il viso in mezzo a una cascata di rose
rosse scarlatte profumatissime. “Oh, che meraviglia! Ma chi si nasconde dietro
questi fiori?” “Il tuo servo più fedele, o mia dea!” disse una voce calda e
piena di passione. Appena Bra scorse il viso di Goten, assunse una smorfia un
po’ snob “ah, sei tu. Che vuoi?” disse secca. “Voglio mostrarti tutto il mio
amore. Ti prego, esci con me!” rispose il Saiyan sempre più fascinoso. In quell’istante
Bra provò una strana sensazione. Gli occhi neri di Goten brillavano come la
sera prima, ed era proprio quel brillare nell’oscurità che aveva lasciato Bra
senza parole per l’incanto. Ora riviveva quella sensazione. Dopo pochi istanti
tornò alla realtà e, ripresa l’espressione un po’ snob, disse: “sì, forse. Un
altro giorno magari, ok?” e chiuse la finestra tirando dentro il mazzo di rose.
Il Saiyan, dallo stato di galleggiamento in aria in cui si trovava, scese a
terra e sicuro di sé disse “tra pochi giorni cadrà ai miei piedi, ci scommetto!”
e se ne andò ridacchiando. Non si era accorto che qualcuno lo aveva spiato. E
questo qualcuno era Vegeta.
Bra
nel frattempo si buttò sul letto odorando quella magnifiche rose rosse e
pensava: “Goten mi piace, non posso negarlo, ma penso proprio che mi divertirò
un po’ prima di lasciarmi a lui. In fondo si merita una punizione. Non è
cambiato da 10 anni a questa parte, ora capisco bene perché già allora volevo
vendicarmi di lui. Mi farò desiderare come avevo previsto alla festa di ieri,
finché non implorerà perdono, strisciando e supplicandomi pietà, e a quel
punto.. si vedrà!”.