Il diario di Marron

 

Caro diario,

perché… per quale motivo non riesco a essere considerata quel che sono realmente?

Sembra quasi che nessuno sia in grado di capire che anche in me batte un cuore nonostante io sia la figlia di un’androide.

 

A dire la verità la cosa che mi fa più male tra tutte ha un nome: Pan.

Oh, Kami… io non voglio odiarla… lei è una tra le persone più care che io conosca… ma da quando è arrivata, sin da bambina… ha sempre rivestito un ruolo da protagonista su tutto… ponendomi nell’ombra del suo riflettore…

 

Quando avevo la sua età, dieci anni fa, Trunks mi aiutava spesso con gli allenamenti… so che può sembrare un po’ strano, ma ero davvero molto abile in questo genere di cose… e soprattutto ero affascinata dalle tecniche combattive di papà, mamma e tutti gli altri… Pan era ancora piccola, era Goku a seguirla… tutto quello che poteva fare era cimentarsi nel galleggiare nell’aria… non s’intendeva ancora per nulla di arti marziali…, né di ragazzi…

 

Ricordo ancora come se fosse ieri il momento in cui Trunks mi prese per la prima volta tra le braccia… mi strinse contro il suo torace ed io potetti sentire le sue mani scivolare lungo la mia schiena…

Il cielo era tinto di rosso per via del tramonto e noi eravamo appena atterrati nel balcone della sua stanza dopo una lunga giornata di allenamenti…

Io amavo Trunks proprio come si vede nei telefilm… ero ancora una sedicenne, con il cuore ed i sentimenti di una ragazza di sedici anni… e dopo una lunga pausa di silenzio lui mi ha sussurrato nell’orecchio

 

“Ti amo, Marron-chan…”

 

riesco ancora a percepire il calore delle sue labbra sulle mie… in quel bacio ci misi tutto il mio cuore e la mia anima… come lo amavo…

 

Io e Trunks passammo assieme cinque anni meravigliosi, ricchi di sensazioni stupende… ricordo ancora quando facemmo per la prima volta l’amore… ne avevamo parlato a lungo ma accadde all’improvviso, durante la sosta di un allenamento, sul prato fiorito e deserto di una montagna… dopo esserci inseguiti Trunks scivolò ed io gli arrivai addosso… ci guardammo senza riuscire a dire nulla e capimmo tutto quello che l’altro pensava…

 

Purtroppo ero ancora troppo ingenua per capire che Pan cresceva in fretta e che le sue permanenze alla Capsule Corporation erano sempre più interessate a Trunks piuttosto che per studiare assieme a Bra…

 

Una domenica mattina Trunks venne a bussare alla porta di casa mia.

Mamma e papà dormivano ancora.

Per la prima volta non fui felice di vederlo: il suo sguardo era triste e sfuggiva al mio… la tensione tra noi due era palpabile…

 

Mi portò sulla riva del mare e mi disse di lui e Pan.

Lei lo aveva baciato.

E lui aveva ricambiato il suo bacio.

 

Fu come se il mondo precipitasse sulle mie spalle.

Quante volte avevamo accompagnato Bra e Pan al parco, da piccole, ed eravamo rimasti ad osservarle dalla panchina?

Non avrei mai potuto immaginare che la bambina che giocava con la sabbia del parco me lo avrebbe portato via…

 

Pan aveva solo tredici anni… ma il suo carattere così deciso ed orgoglioso facevano di lei una donna racchiusa nel corpo di una bambina… e lui non era rimasto indifferente…

 

Non dissi nulla. Sapevo che Trunks aveva preso ad allenare Pan da un paio di mesi, sapevo che loro due rimanevano fuori casa sempre più tempo… sapevo che Pan aveva una cotta per Trunks sin da quando era ancora una bambina che si trascinava a gattoni per la casa… lo capivo da come mi guardava… lo capivo da come gli si accoccolava tra le braccia e da come gli chiedeva di leggerle delle fiabe per la notte…

 

Prima di andare via mi disse di amarla… prima di alzarsi dal dondolo su cui eravamo seduti lo scongiurai di restare amici… la sua migliore amica… prima che Trunks potesse volare via da me lo guardai intensamente nei suoi occhi blu come il mare e ci baciammo per l’ultima volta.

 

Prima non avevo mai capito l’utilità di un bacio d’addio.

Capii solo in quel momento quanto era importante avere un ultimo ricordo da condividere con una persona così importante…

 

Vidi la sagoma di Trunks sparire tra i raggi abbaglianti del sole, dopo una lacrima mi rigò il viso… aveva vinto lei… con la sua innocenza, la sua ingenuità e la sua naturalezza… me lo aveva portato via.

 

Ci vollero tre mesi prima che il rapporto di amicizia tra Trunks e me tornasse importante… giuro che avrei preferito perderlo per sempre piuttosto che diventare la sua confidente…

 

Trunks mi raccontò ogni singolo dubbio della sua relazione, se così poteva essere definita, con Pan… loro non stavano assieme. Litigavano, questo si, si volevano bene… ciò nonostante non stavano assieme.

Lei me lo aveva solo voluto portare via… averlo tutto per sé, non dividerlo con nessuno…

 

Dopo non molto Goku tornò trascinando sia Trunks che Pan in una missione nelle profondità dello spazio per più di nove mesi… al loro ritorno, dopo una lunga battaglia contro Baby, l’alieno che aveva manipolato e reso in schiavitù quasi tutta la popolazione della terra, mi trovai a parlare con Trunks nel salotto della Capsule Corporation.

I suoi genitori non c’erano e Bra era fuori con Goten per dargli dei consigli su cosa regalare alla sua ultima ragazza.

 

La casa era deserta e Trunks era in visibilio… aveva qualcosa da dirmi ed era impaziente come un bambino… credevo che in tutto quel tempo gli fossi mancata e che adesso volesse tornare assieme a me… credevo che avremmo potuto rifare l’amore sul divano del salotto di casa sua come tanti anni fa…

 

Purtroppo mi sbagliavo… l’entusiasmo di Trunks era legato a Pan: durante quel viaggio erano finalmente riusciti a parlare, a chiarire la loro situazione e a capire di essere l’uno innamorato dell’altra… avevano fatto l’amore su uno dei pianeti in cui avevano recuperato una delle sfere del drago dalle stelle nere… lei aveva appena compiuto quindici anni e me lo aveva portato via senza che io potessi oppormi…

 

Quando tornai a casa, quella sera, piansi disperatamente… io lo amavo… lei era una mia cara amica… e se tutto ciò fosse stato causato da degli stupidi allenamenti?

Fu quello il giorno in cui decisi di non allenarmi mai più… non m’importava se così facendo sarei diventata un peso per tutti… credevo che se non fossi riuscita a difendere me stessa Trunks sarebbe corso a salvarmi… e se non lo avesse fatto allora non avrebbe avuto alcuna importanza continuare a vivere…

 

Quando una volta, non molto tempo fa, la terra venne invasa da degli strani esseri mutanti, ed io mi trovavo sola per la città, ed uno di loro stava per attaccarmi, fu Pan ad abbatterlo e a schierarsi contro di loro per proteggermi.

Uno di quelli le ferì il braccio, ciò nonostante lei continuò a farmi da scudo, proteggendomi come meglio poteva, sino a quando non fu Trunks a salvarla…

 

Si era trasformata da eroina a dama in pericolo… era stata presa in braccio da Trunks dopo che questo aveva annientato tutti quegli esseri con un final flash… era rimasta stanca tra le sue braccia a godere del suo sguardo blu oltremare fino a quando le loro labbra non si erano unite… io ero davanti a loro, illesa dall’attacco… ma ferita nei sentimenti… non ero mai stata portata in salvo da Trunks durante un combattimento… cosa diavolo avevo fatto in tutta la vita? Perché Pan rispecchiava i desideri mai realizzati che il mio cuore non aveva neppure mai osato sperare?

 

Inutile. Mi sono sempre sentita inutile…

Sono passati due mesi da quando Pan ha compiuto sedici anni… l’età magica di ogni adolescente… l’età dell’amore… l’età delle illusioni…

 

Credo che persino la più banale delle illusioni nella vita di Pan diventerà uno scopo da raggiungere… la forza di volontà di cui sono dotati i sayan è una cosa che ammiro e detesto contemporaneamente…

Pan ha sempre desiderato Trunks, sin da bambina… e ha ottenuto il suo amore essendo semplicemente se stessa… io l’ ho perso… non ho lottato, non l’ ho preteso… l’ ho soltanto perso. La mia volontà è sfumata via con gli anni…

 

Nonostante ciò ancora adesso, dopo dieci anni dal mio primo bacio con Trunks, immagino ancora, la mattina, quando apro gli occhi, di trovare sdraiato nel letto accano a me il mio Trunks, di sentire il calore del suo corpo accanto al mio e di sentire le voci dei nostri bambini che si svegliano… un altro giorno… in un futuro che non arriverà mai…

 

 

                                                                        Marron