UNA STORIA DEMENZIALE

 

Fine di Dragon Ball GT.

Capsule Corporation, un esperimento non è riuscito. C’è una grande esplosione in laboratorio. L’oppio gira in città…

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Goten stava volando verso la Città dell’Ovest per andare a trovare il suo amico Trunks. Arrivato ai limiti della periferia scese a terra per non dare troppo nell’occhio. Peccato però che un essere volante sarebbe stato molto più normale delle persone che si paravano man mano alla vista di Goten. Per prima cosa incontrò un gruppo di vecchietti piegati verso la strada intenti a beccare un ipotetico granturco e pigolando come galline. Poi fu la volta di una decina di bambini che “passeggiavano” allegramente camminando… con le chiappe del popò, che si muovevano una dopo l’altra come i piedi. Una goccia di sudore scese dalla fronte del giovane Saiyan [^_^’ nd Bra]. Il percorso che conduceva alla casa dei suoi amici fu costellato di incontri simili: distinti signori vestiti con abiti raffiguranti pasticcini, massaie in groppa alle mucche, mucche in groppa alle massaie e via dicendo. La gocciolina sulla fronte era diventata gigantesca, quando finalmente Goten scorse l’imponente costruzione della Capsule Corp. “Qui qualcuno mi saprà dare qualche spiegazione” pensò. Sì, proprio. Le ultime parole famose.

Non fece in tempo a varcare la soglia del giardino che gli piombò davanti una visione… indefinibile. Una persona –o almeno tale doveva essere all’origine- coi capelli viola e qualche ciocca fucsia intenso, occhi azzurri nascosti da una “mascherina” a fiorellozzi giallo-fosforescenti e strass verdi luccicanti, indossava una tutina blu e rossa lucida, di quelle che usano i palestrati che fanno body building, così attillata che non lasciava molto spazio all’immaginazione “in quelle parti lì”; le gambe erano “coperte” da un paio di calze a rete stracciate in alcuni punti, tenute su da un reggicalze di pizzo nero che avvolgeva il bacino della strana creatura, e terminanti in un paio di scarpe di vernice nera con un tacco da far invidia alle modelle più ardite ed esperte; il tutto era accompagnato da un lungo mantello viola scuro che –per fortuna!- copriva la visione delle parti posteriori. La bizzarra creatura entrò in scena con una ridicolissima mossa da Power Ranger. Il povero Goten era in preda a una crisi esistenziale. Praticamente non capiva un cazzo di quanto stava succedendo. Però gli venne un atroce dubbio: “M-ma t-t-tu sei...” provò a balbettare. Cambiando posa e assumendone una ancora più ridicola, la creatura esordì “Io sono TRANKS-SESSUALE!!!”. “Oh Kami –fu la reazione di Goten- oh Kamissimo! Fa’ che non sia vero, ti scongiuro! Sono disposto a fare qualunque cosa in cambio, anche a prostituirmi se necessario, me per pietà, fa’ che non sia vero!”. Goten cercò in tutti i modi di far ragionare l’amico e di riportarlo alla normalità, ma non ci fu nulla da fare. Sembrava che Trunks fosse sempre stato così... trans. Insomma, non era uno scherzo.

“Ohh, ma tu sei Goten! –cominciò il nuovo Trunks con una voce non poco ridicolmente effeminata- Non mi ricordavo che tu fossi così figo! Scommetto che sei un portento a usare i tuoi gioiellini –e nel parlare così squadrava l’amico con occhi arrapati fermandosi spesso a metà persona- hai mai provato il sadomaso? Vieni, te lo faccio conoscere io in camera mia!!!” e detto questo lo prese per mano e lo trascinò dentro il giardino. “No Trunks fermati per pietà torna in te cosa fai lasciami andare ti prego AIUTO QUALCUNO MI AIUTI!!!” povero Goten, era disperato. Ad un certo punto scorse il profilo di Bra e le chiese subito di aiutarlo [a dir la verità stava urlando... nd Bra]. Non l’avesse mai fatto. Bra si avvicinò ai due come un fantasma, racchiusa anche lei in un mantello azzurro pastello e cominciò a bisbigliare “Non temere, ci sono qua io, io aiuto chi sbraita come un pazzo –e il suo tono di voce cresceva sempre più- io riporto l’anormalità sopraffatta dalla regolarità, io sono la paladina dell’ingiustizia, SONO WONDER-BRA!!!!!!!” e –PEM!- aprì il mantello che la copriva: indossava i suoi soliti stivali rosso lacca con tacchi vertiginosi, ma la gonna era molto più corta [e ce ne vuole...! nd Bra] e svolazzante, tipo quelle di Sailor Moon, che lasciava intravedere [poco intra e molto vedere  nd Bra] le mutandine di pizzo bianche, ma il bello veniva più sopra: un magnifico reggiseno rosso scuro satinato metteva in risalto 2 forme rotonde che più rotonde non si può e grosse tra l’altro come la ragazza non aveva mai avuto. Mentre Bra rideva in un modo sguaiato [come spesso si vede in Sana, per intenderci  nd Bra], Goten non sapeva se ridere o piangere, e mentre decideva per un’opzione o l’altra diventò più rosso del reggiseno di Bra nel vedere la ragazza vestita in quel modo. “Sorellina, giusto tu –disse quel che rimaneva di Trunks- aiutami a portare Goten in camera mia, voglio fargli scoprire i piaceri del proibito”. “Subito, mio caro Tranks-sessuale!” rispose pronta Wonder-Bra. Goten urlò di nuovo disperato un “Noooooooo!!!!!!!!” e liberatosi dalla stretta dell’amico si gettò verso la strada, ma non fece in tempo a fare 10 metri che si ritrovò con il naso in mezzo alle tette di Bra che gli era volata davanti. Di fronte –anzi, dentro- a quel muro il povero Goten perse per un momento i sensi e si risvegliò per i sobbalzi che Trunks sotto di lui gli faceva fare saltellando come un cavallo in mezzo alla strada.

10 minuti dopo, mentre Tranks-sessuale e Wonder-Bra si alternavano a fare “cloppeti-cloppeti” e a nitrire come puledri imbizzarriti cavalcando o facendosi cavalcare dal povero malcapitato, comparve Vegeta serio che urlò brusco: “Allora? Cos’è tutto questo casino?”. “Evviva! –pensò Goten- almeno Vegeta è rimasto normale! Lui mi potrà aiutare!” e cominciò a chiamarlo “Veget...!” e si interruppe subito appena vide che il principe dei Saiyan si era fiondato su un cespuglio di rose bianche e accarezzandole diceva tutto amoroso & affettuoso: “Non fate tutto questo baccano, o queste tenere e delicate roselline verranno turbate nell’animo, non sapete che bisogna avere rispetto per le piante?”. Gocciolona sulla fronte di Goten. “Ma che cazz...??? –si interrogava allibito il giovane- Devo andare da Bulma. Forse lei si è salvata da questo pandemonio” ed espandendo all’improvviso la propria aura si liberò dalla sua prigione di pazzi e si rifugiò velocissimamente dentro la Capsule Corp., dirigendosi subito al laboratorio.

Arrivato a destinazione trovò Bulma con addosso una maschera anti-gas e, spaventatosi, urlò: “Ahhh, anche tu sei impazzita!!!” e cominciò a scappare. “Fermati Goten! Torna indietro!- gli ingiunse la donna- io sono rimasta normale! Vieni!”. Benché molto scettico, il Saiyan si calmò e si diresse verso Bulma. “Be’, mi sai dire che cavolo è successo?” chiese subito. “E’ colpa mia –rispose la scienziata- un paio di giorni fa ero qui a fare un importante esperimento, ma per un attimo mi sono distratta e così c’è stata una grossa esplosione e il composto che stavo creando si è disperso per la città... per fortuna io avevo indosso la maschera anti-gas che, come vedi, non mi sono più tolta”. “Ma che razza di esperimento era?” chiese Goten al massimo della curiosità. “Cercavo un composto per aumentare la fantasia delle persone... ci avevo messo dentro oppio, LSD e qualcos’altro di simile...” rispose lei abbassando il capo. Il gocciolone sulla testa di Goten era talmente grosso che lo stava annegando. “Goten, cosa possiamo fare? Son 2 giorni che cerco una soluzione e non la trovo!” chiese preoccupata Bulma. Il Saiyan rimase un attimo a pensare, poi gli si accese la lampadina dell’idea geniale: “Ma scusa, è così semplice! Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Useremo le sfere del drago!!!”.

2 ore dopo Goten era tornato da una ricerca iperveloce delle 7 sfere e il drago Shenlong compariva sulla città. “Per favore drago, riporta tutto alla normalità!” fu la richiesta di Bulma. Esaudito il desiderio, Shenlong scomparve.

“Ecco fatto. Hai avuto un’ottima idea, Goten” disse la donna. “Non ci pensiamo più. Ma dimmi una cosa –disse Goten- non mi pareva che Bra fosse così... così “piena” sul petto, non è che insieme all’oppio avevi messo anche l’ormone della crescita nell’esperimento?”. “Ah, tu dici per... –rispose lei- no, credo che abbia semplicemente usato una mia invenzione” e da un tavolo prese una capsula da dove uscì fuori un reggiseno con tette di lattice incorporate. “Bello, no?” “eheh... ^_^’ ” rispose il ragazzo arrossendo.

Mezz’ora dopo Trunks, Bra e Vegeta, tornati normali, erano in salotto ad ascoltare quanto era successo secondo il racconto dettagliato di Bulma e Goten. Al termine del racconto Vegeta, senza dire una parola, se ne andò alla gravity room  per non farsi vedere rosso per l’incazzatura e la vergogna. Trunks era più viola dei suoi capelli per l’imbarazzo. Bra, un po’ scioccata, se ne stava andando in camera. Quando passò davanti a  Goten, il ragazzo la prese un po’ in giro dicendole: “Non stavi tanto male con quelle tettone, sai? Dovresti portare quel reggiseno più spesso!”. In tutta risposta ricevette uno schiaffo saiyan che gli lasciò il segno fumante delle 5 dita per il resto della giornata.

 

FINE.