la mia città

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B O L O G N A

 

Riecco gli stalinisti (20040721)

Un nuovo concittadino

Il Cinese è costretto a prender casa a Bologna per darsi una mano di bolognesità in vista delle elezioni

COSÌ PARLO’ ANCHE PUPI AVATI:
«IL CINESE?UN ESTRANEO,GUAZZA MERITA IL BIS»

Metti una sera a cena dallo storico Piero Melograni. Un bel piatto di amatriciana e due chiacchiere in relax in compagnia del giornalista Pietrangelo Buttafuoco e del regista Pupi Avati. E metti che il primo chieda al secondo: «Tu che sei di Bologna, che cosa pensi della candidatura di Cofferati?». La risposta di Avati, bolognese doc, lascia un po' sorpresi: «I comunisti di Bologna non sono comunisti, sono bolognesi. Quindi, non lo votano un forestiero».
Avati, conferma?
«Non mi pare di essermi espresso in termini così perentori.
Diciamo che fanno fatica a votarlo. Come bolognese trovo più giusto prendere in considerazione qualcuno che conosca la realtà locale. Abbiamo ancora delle prerogative tutte nostre, che ci distinguono dal resto del Paese. Preferiamo qualcuno di queste parti, piuttosto che gente che viene da lontano».
Eppure, abbiamo avuto anche sindaci non bolognesi.
«Certo, a cominciare da uno straordinario Zangheri che veniva da Rimini. Per questo, ritengo di non essere stato così perentorio. Non credo che occorra essere nati in via San Vitale per fare il sindaco di Bologna. Penso, però, che conoscere la psicologia dei bolognesi sia importante».
Dipende dal fatto che non sono 'comunisti' veri?
«Di questo sono sempre stato convinto. Sul fatto che i comunisti di Bologna siano i meno comunisti d'Italia non credo che ci siano dubbi. Quello bolognese è un comunismo molto pragmatico e poco condizionato dalle ideologie. Sono stati i primi a vedere possibili punti di riferimento anche in altre aree politiche. Basti pensare alla svolta della Bolognina. Mentre vedo in Cofferati uno ancora legato a certi slogan, a un certo comunismo ancora fortemente ideologizzato. Un po' massimalista».
Cosa che ai bolognesi non piace.
«I massimalismi e fondamentalismi di tutte le specie non hanno mai funzionato a Bologna. Basti pensare al caso clamoroso di Dossetti. Ci sono state, in campo avverso, forme di intransigenza nei riguardi delle quali i bolognesi sono rimasti profondamente diffidenti. Il bolognese è tendenzialmente un mediatore. E' uno che finalizza tutto a uno scopo, che è poi una sorta di tornaconto, di pacifico benessere».
Votano comunista, ma non sono comunisti fino in fondo.
«Ma no. Forse lo sono stati negli anni '50. Gli ultimi comunisti che ricordo appartengono a quel periodo lì. Via via hanno capito e si sono occupati del potere in modo molto concreto. Ecco, perché penso che un personaggio come Cofferati non abbia il Dna giusto. Al di là delle appartenenze politiche a questo o a quello schieramento, mi sembra che ci siano delle dissonanze fra noi e lui. Mi sembra un corpo estraneo».
Magari, è un dubbio suo.
«Forse. Ma penso di esprimere un'opinione condivisa. Credo che anche gran parte della sinistra bolognese abbia qualche imbarazzo, qualche incertezza. Che sia rimasta un po' spiazzata da questa candidatura».
Una voglia scabrosa della sinistra di riprendersi la città, come dice Lucio Dalla?
«Beh, che ci sia questa voglia mi sembra normale. Qualunque candidato si mette in campo, non lo si fa mica perché perda. Qui, c'è probabilmente anche il desiderio di allontanare da Roma un personaggio un po' ingombrante».
Di parcheggiarlo in provincia.
«E' evidente. Se riuscissero a collocarlo a Bologna, avrebbero trovato sistemazione a uno che non è certo destinato a restare in un angolo via via che si avvicinano le elezioni politiche. Ma credo che la pensino tutti così. Non mi sembra di aver detto niente di nuovo».
Di Guazzaloca cosa pensa?
«L'ho incontrato 4-5 volte al massimo, ma ho avuto l'impressione che sia un uomo di una straordinaria umanità. E questo è un aspetto cui attribuisco molta importanza. L'appartenenza politica non condiziona mai il mio rapporto con gli altri. La capacità di rapportarsi con gli esseri umani, sì. Su di lui mi avevano detto di tutto e di più. Invece, ho trovato una persona con la quale è facile entrare immediatamente in sintonia. I nostri incontri non sono mai stati di maniera, ma sempre finalizzati a progetti concreti. Senza entrare mai nell'aspetto ideologico. Credo di aver incontrato in lui la Bologna nella sua accezione più vera. Uno che ancora si esprime, ragiona e pensa come fanno i bolognesi».
Qualcosa di familiare, insomma.
«Sì. In lui ho ritrovato un atteggiamento, un modo, una maniera che conosco e riconosco».
Si merita di essere rieletto?
«Una persona così, assolutamente sì. Non so valutare se questo quinquennio abbia prodotto benefici nei riguardi della città o meno. Vivo a Roma e non sono un bolognese attento alla gestione della città. Però anche dal di fuori, ho una sensazione positiva».
Quello che più apprezza nel sindaco?
«Il fatto di averlo visto così poco alla ricerca di un consenso di carattere politico. E' una cosa che mi è piaciuta molto. Mi sembra che Guazzaloca abbia portato a Bologna pochissimi politici della sua parte, a parte forse Casini a cui è legato da stretta amicizia. Mi sembra che non sia mai ricorso alle sponsorizzazioni delle star politiche. Ha giocato la sua partita tutta su se stesso, diventando in modo esplicito il sindaco di tutti. Non solo di quelli che hanno vinto, ma anche di quelli che hanno perso. Credo che Guazzaloca questa cosa l'abbia interpretata bene. Non so se altri saranno capaci di fare altrettanto, visto che dovunque sono andati hanno giocato ben altro ruolo».
di Nicola Cappellini
(Il Resto del Carlino, Cronaca di Bologna, 1 agosto 2003)

COSÌ PARLO’ BULGARELLI:
«COFFERATI SINDACO? E' UNA VERA CAVOLATA»

«La candidatura di Cofferati? Una cavolata... una cavolata che non esiste».
Non perde lo staffe, perché non è il giorno giusto per farlo e non è nel suo stile. Ma nella cornice della consegna del Nettuno d'Oro, a Palazzo d'Accursio, quando la Bologna calcistica (e non) gli si stringe attorno in un caloroso abbraccio, le bacchettate di Bulgarelli all'ex leader della Cgil, scelto dal centrosinistra per la corsa alla poltrona di sindaco, sono incisive come lo erano le sue giocate sul campo. «La candidatura di Cofferati _ dice Bulgarelli _ è un po' come quella di Di Pietro al Mugello: che cosa centra questa gente con la città di Bologna, che è sempre stata abituata ad avere dei capi bolognesi? La verità è che serviva un candidato che fosse un prodotto della città».
E ancora, rispetto ai due aggettivi spesi da Cofferati sulla città, «sofferente e avvilita», Bulgarelli non si fa pregare: «Ha detto che Bologna è triste, ma forse non si è guardato allo specchio».
Conclusione del ragionamento: «Sono contento che ci sia una lotta civile, com'è nella tradizione di Bologna. Ma se l'avversario di Guazzaloca fosse stato un bolognese, o almeno un emiliano, sarei stato più contento».
Sulla controversa candidatura del Cinese alle amministrative del 2004 dice la sua anche Giuseppe Gazzoni, l'azionista di maggioranza del Bologna intervenuto ieri a rendere omaggio a Bulgarelli. Domanda di un cronista: nel calcio gli stranieri spesso e volentieri fanno la fortuna di una squadra, ma è un ragionamento che vale anche per la politica?
«Cofferati è un cittadino italiano _ la riflessione di Gazzoni _. Ma è strano che la sinistra bolognese abbia scelto un 'non bolognese' per farlo scendere in campo».
Il sindaco Guazzaloca, che fa da padrone di casa spalancando per una mattina le porte del consiglio comunale a tifosi rossoblù con sciarpa al collo, amici di Bulgarelli e giornalisti, si tiene saggiamente alla larga dalla contesa.
Solo il festeggiato, a margine della cerimonia ufficiale, gli regala due battute, scavando nel passato di calciatore del primo cittadino. «Con quale piede calciava il sindaco? _ dice Bulgarelli _.Dalle scelte che ha fatto in seguito, direi soprattutto di destro».
Quanto al valore tecnico, «L'era trest. Però non diteglielo…».
Massimo Vitali
Il Resto del Carlino, Cronaca di Bologna, 8 luglio 2003


La sfida è iniziata

Naturalmente si parla della sfida tra Guazzaloca, Sindaco di Bologna e il suo sfidante, il comunista (ex? post? neo?) ed ex segretario della cgil Cofferati.
Questi, in una lunga (ben 4 minuti e se si pensa ai tempi di un tg regionale …) ed ossequiante intervista al tg3 dell’Emilia Romagna ha definito Bologna “avvilita e sofferente”.
Il Sindaco ci ha fatto una bella risata ed ha brindato alle realizzazioni dei suoi primi 4 anni.
In effetti non si capisce bene come una persona che NON E’ MAI RISIEDUTA a Bologna, possa definire questa città avvilita e sofferente se non per un sentito dire interessato e bugiardo.
Buon gioco ha avuto il Sindaco nel ricordare che Cofferati non sa e che, da sfidante, deve partire all’attacco a testa bassa.
Forse Cofferati avrà rilevato avvilimento e sofferenza nelle sue truppe sbandate da 4 onesti anni di Amministrazione cittadina, dove non si è volato alto ma si è pensato a dare ai cittadini quel che i cittadini richiedono.
Strade con meno buche, maggiore pulizia materiale e morale, maggiore sicurezza anche in luoghi critici come le piazze della e vicino alla stazione, un piano regolatore che ha dato più sviluppo ad una città che rischiava di morire, il riordino di piazza storiche con le loro statue di un tempo per recuperare la Tradizione cittadina, insomma tutto ciò che riguarda la Amministrazione di un comune, senza scadere nel messianismo politico e nella demogagia finalizzata a scopi che nulla hanno a che vedere con gli interessi della cittadinanza locale, come eravamo sin troppo spesso abituati dalle precedenti giunti comuniste.
C’è un progetto di metropolitana, significativamente osteggiato dalla regione a maggioranza comunista (cioè di parte dello sfidante) che evidentemente teme uno sviluppo della viabilità con una struttura che, ovunque è stata realizzata, ha significato una maggiore percorribilità delle strade, con benefici risultati per tutti.
E’ chiaro che il gioco di sponda tra la regione e lo sfidante dello stesso colore, proseguirà, con l’unico scopo di mettere in difficoltà il Sindaco senza curarsi del danno che, dall’ostruzionismo per fini politici, deriva ai cittadini, nel cui interesse, invece, è necessario amministrare Bologna.
Guazzaloca ha dimostrato nei fatti di avere ben presente l’interesse della sua Gente, dello sfidante, catapultato dal di fuori ed ignaro delle cose di Bologna, è lecito dubitare.
30 giugno 2003


Kosferatu candidato a Bologna

La scelta di un sindaco riguarda i cittadini di quel comune, nella fattispecie meno di 400000 abitanti di Bologna.
Quando però la sinistra, dopo la per lei infelice (e felicissima per i Bolognesi) scelta della Bartolini nel 1999, cerca il riscatto candidando per le elezioni del 2004 un certo Sergio Cofferati, allora il rilievo è nazionale.
Perchè Cofferati è stato a capo del principale sindacato Italiano, trascinandolo in una politica collaterale agli interessi della sinistra (prima al governo e allora niente scioperi, poi all'opposizione e allora 34 milioni di ore di sciopero, il 92% delle quali per motivi extracontrattuali, che hanno fatto perdere a tutti noi 1 punto di PIL !).
Perchè Cofferati, terminato il suo mandato alla guida della cgil, è stato a lungo oscillante tra il mettersi a capo delle frange estreme dei no global, del cosiddetto pacifismo, del ribellismo generalizzato, del girotondismo a senso unico (che continua a lisciare) o se allinersi alla volontà della nomenklatura post comunista (come sembra abbia fatto con questa candidatura ... semprechè l'accetti e non la consideri troppo rischiosa !).
Perchè Cofferati si candida, lui forestiero, nella città del Prof. Marco Biagi, con il quale aveva ripetutamente polemizzato, qualificandolo come trait d'union tra la Confindustria ed il Governo, prima che il prof. Biagi venisse assassinato dalle Brigate Rosse.
Insomma una scelta di rottura e di contrapposizione con l'attuale Sindaco, Giorgio Guazzaloca, l'artefice del ribaltone storico che 4 anni fa pose fine a 54 anni di dominio comunista a Bologna.
Un Sindaco in sintonia con la bonomia della gente di Bologna, un Sindaco amato anche oltre i confini della Casa delle Libertà.
Un Sindaco che, senza tanti proclami, ha amministrato bene una città difficile (basti solo pensare ad una Università che ha studenti pari ad un terzo dell'intera popolazione !) e l'ha governata bene perchè profondamente immerso nella realtà locale che conosce benissimo da Bolognese d.o.c. e da commerciante, pienamente inserito nel tessuto sociale di questa città
La scelta, insomma, sarà netta come non mai:
Da una parte Cofferati, paracadutato dall'esterno, estraneo al tessuto sociale ed all'anima profonda di Bologna, scelto con una decisione marcatamente ideologica ed estremista.
Dall'altra il Sindaco uscente, Guazzaloca, che ha in sè tutta l'essenza della bolognesità, che ha dimostrato di amministratare senza ideologismi, ma nell'esclusivo interesse dei Bolognesi, per migliorare, com'è migliorata, la nostra qualità di vita.
Inizia una campagna elettorale lunga un anno, che seguiremo passo dopo passo.
7 giugno 2003



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