PROTOCOL #50 - Dawn

La luce dell’alba irrorava la stanza e accarezzava la pelle vellutata del corpo della donna che ancora stringeva tra le braccia.

Se ne rese conto solo quando riaprì gli occhi.

Aveva... dormito?

Dormito, davvero. Si sentiva tremendamente strano, come immerso in un pesante torpore. I raggi del sole appena sorto gli procuravano fastidio agli occhi, che schermò con una mano. Fece per alzare l’altro braccio quando si rese conto che era bloccato dalla schiena di Lucyfer.

Rilassò i muscoli e rimase a guardarla.

Si ricordò delle sensazioni intense che gli aveva regalato la sera prima, di quei baci appassionati, del suo calore infuocato. Un brivido lo percorse interamente.

Non pensò più di essere andato contro la natura del suo carattere, ormai lei faceva parte di sé, una parte fondamentale. Si mosse lievemente per poterla osservare durante il suo placido sonno.

Lucy avvertì il movimento ed aprì debolmente gli occhi gelidi.

Gli sguardi si incontrarono di nuovo, in silenzio.

Per un istante lei pensò di stare continuando a sognare, che la nuova esperienza del sonno non fosse ancora terminata. Si sollevò così dal corpo di Smith, che la fissava con muta freddezza. Fece per scostarsi da lui quando una stretta inaspettata la ricondusse contro i suoi pettorali.

Avvertì le mani dell’Agente sui suoi fianchi cingerla quasi con violenza per non lasciarla allontanare.

Non poteva lasciarla andare, non ancora.

Aveva bisogno della sua presenza indispensabile.

Lucyfer non oppose resistenza, si adagiò di nuovo sul corpo caldo di Smith lasciando che lui la stringesse con quella forza che tanto adorava.

Il silenzio non li aveva abbandonati.

 

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