PROTOCOL #48 - I want you

Si trovò d’un tratto le sue labbra tra le proprie, soffici e bollenti.

Nessuno di loro chiuse gli occhi. Rimasero a fissarsi durante tutto quel contatto.

Le iridi d’argento di Smith erano colme di ciò che Lucyfer classificò come tormento. Un tormento muto ma crudele, intimo ma feroce... e lui vedeva gli occhi di quella donna ingrandirsi dallo stupore e poi riempirsi di luce... per un istante credette di aver destato in lei qualcosa di diverso, di semplicemente... bello.

Quando le due bocche si allontanarono anche la stretta alle spalle della bionda diminuì, cosicché lei poté indietreggiare di qualche passo, finendo nella penombra di una stanza buia.

Qualcosa di sconosciuto aveva attanagliato i suoi sensi, quel contatto non era stato come il precedente... Smith non si era limitato a leccarle via il sangue dalle labbra ma era come se avesse voluto offrirle, anche se con aggressività, una parte di sé...

- Non eri tu che odiavi ogni sensazione?- gli domandò d’un tratto, rimanendo nascosta nella penombra - Ogni profumo, ogni suono, ogni minimo contatto?-

Il suo profilo perfetto era illuminato dalla luce della luna che attraversava il vetro della finestra di quella stanza in ombra, così come l’impermeabile quasi lucente che le modellava le forme delle spalle e delle braccia, ed il seno coperto dal tessuto nero.

Le si avvicinò ancora, attraversando la soglia della stanza scura, inconsapevole di aver quasi preso le sembianze di un’ombra minacciosa.

- Ogni cosa che non appartenga a te.- fu la replica sussurrata che le arrivò.

Lucyfer rimase come sbalordita all’udire quelle parole, ma allo stesso tempo quasi compiaciuta, quasi... felice.

La tensione scomparve tutt’un tratto, e questa volta fu lei ad avanzare verso Smith.

Senza una parola si trovarono di nuovo l’uno di fronte all’altra.

- Dovrei esserne lusingata, allora...- mormorò alzandosi in punta di piedi per raggiungere la sua bocca.

Smith per risposta la strinse a sé con violenza e la baciò di nuovo con una veemenza inaudita. Un bacio in cui la sua bocca divenne quasi un prolungamento delle labbra di Lucyfer, in cui il respiro era solo uno, in cui la sua lingua e quella della donna che stringeva tra le braccia sentivano che se non si premevano tra loro esistere non avrebbe avuto alcun senso.

Ad un tratto lei avvertì le spalle dell’impermeabile scenderle giù per le braccia, guidate dalle dita dell’uomo e dai palmi delle sue mani che lo spingevano definitivamente a terra.

Ora poteva avvertire la morbidezza di quei bicipiti di velluto, che le sue dita sfioravano febbrilmente, tanto da spingerlo ad artigliarli con impeto.

La foga di Smith era tale da spingere indietro il corpo di Lucyfer, che con i polpacci toccò qualcosa si solido e perse l’equilibrio, cadendo su una cosa molto simile ad un materasso.

Si chiese se non fosse un’allucinazione... lei stessa era entrata nella camera da letto senza accorgersene ed ora sembrava quasi assurdo.

- Sarà il destino.- le sussurrò Smith all’orecchio, che era caduto su di lei. Lucy avvertì il calore del suo corpo e delle sue parole... ardente e carico di tetro desiderio.

- Oh, e sentiamo, ed ora cosa vuole farne di questa ragazza ingenua?- un sorriso seducente si disegnò sulle sue labbra, nell’oscurità. Lui lo intravide, illuminato lievemente dalla luna.

- Voglio averla, per me.- le rispose fissandola a sua volta con decisione.

Lucyfer alzò di poco il capo, guardando i suoi occhi con aria di sfida.

- Lei mi piace molto, uomo cattivo.- sussurrò prima di passargli una mano dietro la nuca e spingerlo di nuovo verso la sua bocca.

Stavolta era un contatto voluto da lei... qualcosa che fece capire all’uomo di non essere solo, di non aver perso tutto, di essere ancora vivo... con lei.

Quasi senza rendersene conto Lucyfer si trovò in preda ad un sentimento devastante, un desiderio quasi smanioso che mai aveva provato prima di allora. Era quella dunque l’emozione umana più forte?

Si sentiva realmente donna per la prima volta mentre Smith, avido di lei, le stringeva energicamente i fianchi con un evidente desiderio di averla solo per sé, almeno quella notte.

La sua bocca si spostò dalle labbra al collo, incontrando l’ostacolo impersonato dal tessuto nero che le copriva la pelle.

Senza esitazione le sfilò il bustino di morbido tessuto nero, mostrando il suo seno perfetto modellato dalla luna. Un brivido caldo lo percorse interamente.

Prese a stringerla con ancora più forza mentre lei gli toglieva con poche buone maniere la giacca ed iniziava a giocherellare con i primi bottoni della camicia, sentendo che le mani dell’uomo si spostavano dai suoi fianchi al seno.

Ad un tratto avvertì una stretta intensa al petto e spalancò gli occhi, trovandosi inondata da un’intensa e cieca estasi. Sentiva le mani di Smith circondarle il seno con forza in un modo che non le procurava dolore, ma piacere.

Gli piaceva lui, la sua foga.

Con uno strattone improvviso strappò la camicia dell’Agente sul petto ed i bottoni caddero a terra.

- Quanta violenza...- fece lui, guardandola dall’alto.

- Tu puoi e io no?- fu la pronta risposta di Lucyfer, che lo fissava con occhi fulgidi. Quelle parole furono come un nuovo furioso impulso per Smith, che si liberò velocemente della camicia e della cravatta nera.

Prima che potesse toglierla completamente Lucy ne agguantò i due capi, tirando verso di sé. Lui avvertì sotto il suo petto la morbidezza avvolgente del seno caldo e vellutato della donna. Rabbrividì. Quei nuovi e mai provati contatti lo sconvolgevano interamente.

Lei gettò via la cravatta, portando le mani sulla schiena liscia e robusta dell’Agente.

Erano entrambi a torso nudo quando lui iniziò a morderle prima il collo e poi le spalle mentre lei esplorava con le mani la sua schiena possente ed i suoi muscoli perfetti, creati dal suo stesso ideatore. In fondo erano simili ai suoi, perché allora li desiderava per sé? Perché desiderava quell'uomo per sé?

Prese anche lei a mordere il suo collo vedendo il viso di lui contorcersi per un primo dolore che poi lasciava posto al piacere di sentire le sue labbra e la sua bocca sul suo corpo, morderlo e baciarlo.

Quella bocca calda e quelle labbra rosse sulla sua pelle l’avevano completamente conquistato. Si sentiva in preda ad un’acuta fiumana di piacere, quasi da perdere ogni cognizione.

Voleva quella donna! Il suo viso si spostò dalle spalle a quelle incantevoli rotondità e, come se volesse nutrirsene, prese a sfiorarne i capezzoli con le labbra, soffici e duri allo stesso tempo, qualcosa di così bello e perfetto, dal sapore così dolce...

Dalle labbra di Lucyfer sorse un caldo, profondo sospiro.

Smith alzò il capo per scorgere la sua bocca semiaperta ed i suoi occhi socchiusi. Quella vista lo lasciò senza fiato. Era stupenda, splendida... ed era lì con lui, per lui. Per una volta si accorse di possedere qualcosa di cui mai avrebbe potuto fare a meno, di cui solo la presenza, lo sguardo, bastavano a farlo sentire completo. Perciò poter vedere e toccare quel corpo senza difetti era un traguardo che lo faceva sentire oltre ogni immaginabile empireo.

Intanto lei aveva preso a stringere le sue spalle ed i suoi fianchi, fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni, che slacciò lentamente mentre lui stesso le sfilava i pantaloncini mostrando il suo corpo nudo.

Per un istante rimase a fissarla, inebriato.

Era dunque quella l’assoluta perfezione? L’esemplare quintessenza di un spirito celeste?

La luna le baciava la pelle facendola rassomigliare ad una di quelle meravigliose sculture di cera, o ad una bambola di porcellana con uno sguardo penetrante ed un sorriso indecifrabile.

Si trovarono nudi quasi contemporaneamente, ma fu lui a prendere la prima iniziativa di quella frenetica passione che avvampava, stringendole le cosce con una forza che la fece sussultare mentre lei gli premeva le mani sui glutei levigati e compatti, legandolo a sé come se fosse una sua proprietà, graffiandolo, sentendo che più lo toccava e più anche lui era preda della libidine.

Il suo corpo non rispondeva più. Bruciava come una viva fiamma, i sensi si amplificavano violentemente.

Le sue gambe erano scivolate senza accorgersene tra quelle di Lucyfer, bianche e sinuose. Perché non era saturato da quelle sensazioni che tanto odiava? Perché ora provava solo immenso interesse e attrazione? Perché con quella donna era tutto diverso?...

Si distese nuovamente su di lei, respirando tutto il profumo di quella pelle divina e avvertendo il calore di quel corpo sensuale che lo avvolgeva circondandolo come se le sue gambe e le sue braccia fossero le spire di un serpente... un serpente maledetto, ma dannatamente irresistibile.

Ma anche se pensava di condurre il gioco lui stesso si accorse di essere preda di lei che muovendosi lo faceva sussultare ad ogni movimento delle sue mani sul suo corpo. La desiderava inesorabilmente, non riusciva più a contenersi e prese a stringerla con ancora più violenza mentre ogni suo senso si colmava di lei, del suo calore e del suo bruciante respiro.

- Ti voglio...- le disse quasi incerto che fossero le parole adatte, ma erano anche quelle dettate dalla passione e dalla sua vigorosa brama di lei.

Lucyfer si allontanò di poco per incontrare i suoi occhi che in quell’istante le parvero solo per lei. Non fece nulla per fermarlo, infondo lo voleva, desiderava quell'uomo, anche se per lungo tempo erano stati ostili l’uno all’altra lei non aveva mai pensato seriamente che potessero essere avversari. Lui era la metà che la rendeva assoluta.

Si sentì di nuovo quasi felice mentre era stretta a lui, in quei momenti al di fuori di ogni luogo e tempo, nell'unicità del loro essere insieme... lo sentiva solo per sé, come mai nessuno era stato, solo per sé, di nessun altro...

Smith strinse lentamente le gambe di Lucyfer a sé e percepì il calore che sprigionava quel corpo, un calore che era bramosia, voluttà, ebbrezza, provocazione... e che lo faceva gemere anche solo al pensarlo suo.

Cominciò ad averla lentamente senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi blu, socchiusi ed umidi... meravigliose sorgenti di passione che lo trasportavano in un luogo dove non esisteva nulla, ma meraviglioso per la sola presenza della donna avrebbe condotto con sé ovunque.

Cercò le sue mani per stringerle con forza mentre si sentì avvolgere dal puro fuoco di carne viva.

- Nh...- gemette ricadendo con la fronte sul suo petto.

Lucyfer rimase a guardarlo mentre l’intenso desiderio diveniva più travolgente in lui. Era quasi soddisfatta nel vederlo perdere il controllo, nel vedere il suo viso sottomesso dal piacere.

La stretta alle sue mani, legate a quelle di Smith si faceva di minuto in minuto più acuta, mentre lui si spingeva sempre più nel cuore di quella bruciante fiamma, sentendo che se fosse rimasto per sempre legato a quella donna non avrebbe più avuto bisogno di nulla.

Si persero in quella passione senza rendersi conto di quanto tempo passasse, lei stretta a lui che riversava nel suo corpo e nella sua mente tutta la sua eccitazione e la sua frenesia e lui che udiva crescere i propri ansimi e che allo stesso tempo sentiva un piacere smisurato farsi strada nella sua anima e nel suo fisico.

Le mani di Lucyfer scivolarono lentamente via da quelle di Smith, per posarsi sul suo viso. Le cinghie di cuoio che lei portava ai polsi gli rasentarono le guance, facendolo specchiare di nuovo nelle sue iridi blu.

Lui si avvicinò di poco per poter sfiorare le sue labbra così tremendamente ammalianti e bagnate, per poi scoppiare di nuovo in un bacio rovente. Si sentiva preda di lei, della sua voluttà, come se fosse stretto al cuore di un angelo concupiscente dalle ali scure che lo stava trascinando in un inferno di celestiale passione... un inferno nel quale avrebbe volentieri dimorato per tutto il tempo del mondo...

I movimenti del suo bacino si miscelarono a quelli della lingua tra le labbra di Lucyfer, che riaprì le palpebre appena in tempo per vedere i penetranti occhi grigi di Smith spalancarsi, avvertire il suo corpo tremare violentemente, vederlo lasciar cadere la testa in avanti di nuovo sulla sua bocca e dalle sue labbra aperte udire scaturire un gemito intenso nel momento stesso in cui le sue mani le strinsero le spalle talmente forte da farla quasi urlare mentre percepiva tutto il suo essere affluire in lei.

Ebbe la stessa reazione quando Smith le passò le braccia dietro la schiena, per premere tutto il suo corpo al proprio quasi volesse divenire una cosa sola. Inarcando la schiena si strinse a lui più forte che poteva, anche a costo di farlo sanguinare, non le importava, quel momento era troppo grande per perderlo...

 

>Protocol#49<