L'archivio de "l'opinione di Luciano Binarelli"


12 ottobre 2007

Protocollo Governo Parti Sociali

Dopo la firma, la discussione e il voto di Lavoratori e Pensionati, resta la riflessione postuma obbligata dal rispetto che tutti dobbiamo alle Donne e agli Uomini che formano il mondo del lavoro. I risultati del referendum esprimono chiaramente che sotto il parere favorevole della maggioranza dei votanti emerge una situazione di disagio diffuso nel mondo del lavoro dipendente, disagio economico e bisogno di diritti sempre meno riconosciuti. A mio parere la votazione impegna tutte le parti coinvolte nella stesura del protocollo a lavorare per migliorare la condizione dei Lavoratori e dei futuri Pensionati.

12 luglio 2003

Conti...."pubblici e privati"

Ancora una volta sentiamo parlare di pensioni, dopo l'ultima riforma e dopo tutte le discussioni e i sacrifici fatti dai lavoratori fino ad oggi, anche se il bilancio dell'INPS è perfettamente allineato con le previsioni, assistiamo all'ennesimo attacco al diritto ad una pensione decorosa. Non è difficile comprendere le motivazioni che spingono certe forze politiche in questa direzione, ma è altrettanto facile vedere quanto siano false le loro affermazioni e, spesso anche i loro calcoli ( forse era prevedibile con un commercialista come ministro dell'economia). In un paese dove abbiamo un condono dietro l'altro, e dove si fanno regolarmente slittare le scadenze di fine anno per cercare di coprire una parte del buco di bilancio è evidente che l'unico modo che conoscono i nostri governanti per "sbarcare il lunario" è il far pagare più tasse possibili ai lavoratori dipendenti ( sappiamo bene che di fatto sono gli unici contribuenti ). D'altro canto si cerca anche di risparmiare sugli stessi tagliando dove è possibile e anche oltre: basti pensare alla sanità, ma anche alle varie forme di privatizzazioni a cui gli enti locali sono costretti a ricorrere....o alla scuola dove il precariato è diventato la norma.Questa tendenza si aggraverà ulteriormente quando la riforma fiscale (quella delle due aliquote) sarà definitivamente attuata perchè; chi coprirà il minor gettito dovuto al risparmio che avranno i contribuenti più ricchi? Se uniamo questi ragionamenti al rischio di modifica delle pensioni e, magari torniamo con la memoria alla robaccia votata in parlamento nei primi "cento giorni" (e non solo), credo dobbiamo comprendere che se lasciamo questo governo nella sua veste di Robin Hood a rovescio, libero di continuare a difendere più gli interessi personali del Presidente del Consiglio che non quelli del Paese, ci troveremo un giorno a pensare a che tipo di Società abbiamo lasciato ai nostri figli. Forse non è troppo tardi, visto anche le figure da Clown che spesso facciamo all'estero, non mi sento di dire che ogni popolo ha il governo che si merita......nel nostro caso è davvero troppo.

22 giugno 2003 ( Dopo il 15 giugno)

Art.18.....dopo il referendum

Dopo il voto ci troviamo ancora una volta a fare i conti, da un lato con i diritti delle persone, dall'altro con una partitocrazia che si allontana sempre più dal paese reale per rifugiarsi nel limbo della falsa politica e delle demagogie più assurde. Nessuno sembra tenere conto di quel "partito" di quasi 11 milioni di persone che hanno votato si all'estenzione dei diritti, la maggior parte delle rappresentanze parlamentari continua ad essere fiera di non rappresentare nessuna parte sociale, presa com'è dalla continua ricerca della conquista di quel "centro" che sempre più ci ricorda di non voler essere terra di conquista per nessuno, sempre pronto a manovre trasversali e di comodo. A me sembra abbastanza semplice dare un monito ai partiti di oggi, quelli che hanno voluto il maggioritario, quelli che non sentono più le ragioni dei Lavoratori, quelli che pensano ai diritti come ad un optional scomodo in una democrazia occidentale...vorrei si ricordassero che , anche se qualcuno parla di regime, per ora le forze politiche devono presentarsi alle scadenze elettorali e che per avere speranze di vittoria ogni partito deve rappresentare qualcuno e deve mostrare le differenze con gli antagonisti; senza questo l'attuale classe politica italiana, con la riforma elettorale ha solo fatto un passo indietro sulla strada della democrazia. Infine voglio ricordare al parlamento tutto che non si facciano illusioni dopo questa tornata referendaria, perchè nonostante il quorum il mondo del lavoro non si fara schiacciare da questi politicanti neanche degni di partecipare alla vita pubblica di questo paese. La lotta per i diritti continuerà nonostante il presente oscurantista ed il clima da caccia alle streghe che chi ci governa stà creando nell'Italia di oggi.

2 giugno 2003 ( Intolleranza?)

A proposito di atti di intolleranza.....

.....si fà un gran parlare, in questi giorni di atti che riportati in modo strumentale su giornali al soldo dei padroni, sembrano dimostrare la mancanza di democrazia e di voglia di dialogo dei Lavoratori metalmeccanici. Questo se osserviamo i vari avvenimenti in modo superficiale, ma con appena un minimo di attenzione ci accorgiamo che:

1°) si parla di democrazia solo quando interessa a certi vertici sindacali.

2°) che una R.S.U. non avrebbe ( secondo loro ) il diritto di invitare chicchesia alle assemblee della propria azienda.

3°) come si fà a parlare di democrazia quando una Organizzazione sindacale scrive comunicati di protesta su testate giornalistiche come "Il giornale" che notoriamente mai si schierano dalla parte dei lavoratori.

4°) che sarebbe utile domandarsi perchè certe sigle sindacali, spesso entrano in azienda senza il consenso dei lavoratori, ma sempre più spesso con l'aiuto dell'impresa.

E' evidente che si stà tentando, attraverso la FIM e la UILM di passare sopra i diritti delle persone, redistribuendo i redditi in modo diverso e assumendo posizioni altrimenti inspiegabili, se non con atteggiamenti da Robin Hood alla rovescia, o peggio con atti di sciacallagio come i commenti che sentiamo sulle pur giuste proteste dei lavoratori.

8 maggio 2003 ( Firma CCNL )

Fim e Uilm hanno siglato l'accordo per il Contratto Nazionale dei lavoratori Metalmeccanici, non è una sorpresa ma è comunque una cosa di inaudita gravità. Le dichiarazioni degli ultimi giorni davano la sensazione che questi due sindacati anno fatto la scelta di rappresentare non più i lavoratori ma una fantomatica società che vede al suo centro l'impresa; ma quello che è peggio è il non rendersi conto della gravità di quello che stanno facendo. Mi auguro che i lavoratori riflettano su cosa significa questo rinnovo e comprendano che l'accordo fatto peggiora solo le condizioni nei posti di lavoro e non da neppure una copertura sufficente dal punto di vista dell'inflazione. Io credo che i Lavoratori siano molto più maturi di quanto crede "Pezzotta", e che possano dimostrarlo abbandonando certi sindacati non più rappresentativi e partecipando alla lotta e alle iniziative indette dalla Fiom.

4 maggio 2003 ( Accordi separati )

Possiamo osservare in questi giorni come l'attuale depravazione della politica porti a conseguenze ben più gravi, di quelle purtroppo scontate con un governo ed una maggioranza come quella attuale. Abbiamo visto che anche sul versante strettamente sindacale avvengono sempre più frequentemente delle cose incomprensibili, come ad esempio ciò che stà succedendo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici: non bastava l'accordo separato per la parte economica del contratto ormai scaduto; non bastava la firma sull'accordo per i contratti a termine; non bastava il Patto per l'Italia. No, non bastava, si doveva arrivare ( come probabilmente si arriverà ) ad una firma separata sul contratto nazionale, con tutto quello che comporta. E' evidente che certe Organizzazioni Sindacali, pur di trovare una loro dislocazione, anche a scapito della rappresentanza e del mandato dei lavoratori devono distinguersi a tutti i costi, devono condividere con le controparti tutti quei temi che nulla hanno a che vedere con i bisogni e le esigenze dei lavoratori. E' facile chiedersi dove sono i vantaggi per i lavoratori quando si parla di: enti bilaterali, anticipi sui futuri aumenti ( n.b. nel 2005 ), ma scusate, secondo l'accordo del 23 luglio 1993, il contratto nazionale doveva recuperare l'inflazione? Non mi sembra che sia quello che succede adesso. Quando il segretario generale della C.I.S.L. Savino Pezzotta chiede democrazia alle piazze, io credo che possiamo rispondere solo così: < caro Savino, è troppo facile ricordarsi della democrazia solo quando si viene fischiati o ci vengono dati appellativi come "venduti", è troppo facile chiedere democrazia per sè stessi, quando la si rifiuta ai lavoratori, privandoli del loro diritto di poter decidere sulle questioni a loro vicine. Fà bene Savino a dire che non abbandonerà le piazze, ma forse dovrà meditare sul fatto che le piazze dobbiamo meritarcele. Molti sindacalisti sono stati fischiati (e non solo ) nelle varie fasi della storia, ma sono questi i momenti che devono far riflettere i dirigenti perchè possano mostrare la loro capacità di mettersi in discussione; l'alternativa è che invece essi mostrino la loro arroganza fino al punto di negare ai lavoratori anche il diritto di poter esprimere il loro dissenzo.>

24 aprile 2003 ( Politica e Diritti )

Quello che si stà verificando in questo periodo a proposito di diritti e di articolo 18, ci pone di fronte a una situazione nuova, tale da rimettere in discussione tutti i parametri che normalmente usiamo per commentare i cambiamenti della nostra società. Lo stesso atteggiamento ostentato dall'Ulivo e comunque da molti esponenti del centrosinistra, dice chiaramente quale sia il livello di preparazione sulle problematiche del mondo del lavoro, di cui sono dotati parlamentari e politici di questo paese. Si denota una mancanza di rappresentatività, unita a carenze di programmi futuri degni almeno di allinearsi ai parametri europei; basti pensare che in Italia si stà cercando di costruire un sistema di diritti addirittura inferiore alla stessa "carta dei diritti europea" che il mondo della politica che ci dovrebbe rappresentare, ha comunque sottoscritto. E' un pò come dire, diritti sì ma non in Italia. Pensare a questo in un contesto dove la destra ha la maggioranza assoluta in Parlamento, mostra chiaramente il suicidio politico della sinistra. L'augurio che possiamo farci è di vedere finalmente la sinistra italiana riappropiarsi del suo ruolo in difesa dei lavoratori.