L'ANNO DEL MAIALE DI FUOCO

(Capitolo II)

 

 

(Umilmente tradotto dal Cinese da Mario Rossi-Chang)

 

 

 

EDIZIONI LA CINA E' VICINA

 

2184

 

 

 

 

 

Prefazione all'edizione italiana

 

La casa editrice "La Cina è Vicina" si onora di presentare la versione italiana di una piccola parte dell'immenso compendio storico-scientifico dell'illustre Da-Niel-Cin, scomparso l'anno scorso alla veneranda età di 99 anni, per onorare la memoria di colui che, con imponente sforzo storico-scientifico, ha permesso ai cittadini del Nuovo Celeste Impero di comprendere le origini di quell'assurdo conflitto, noto come III Guerra Mondiale, che ha posto di fronte il cosiddetto mondo Occidentale ed il cosiddetto Mondo Islamico. Conflitto tanto sanguinoso, quanto inutile, sulle cui macerie si sono sviluppate la nostra cultura e la nostra civiltà odierne.

 

Ci è sembrato umilmente doveroso portare a conoscenza questa parte del compendio a quei cittadini del Nuovo Celeste Impero che, per essere ormai la terza generazione nata in Italia, non hanno più la dovuta dimestichezza con la lingua degli avi.

 

Non essendo stati, noi Cinesi, coinvolti direttamente nell'assurdo conflitto, ci è stato difficile capire perché il cosiddetto Occidente ed il cosiddetto Mondo Arabo abbiano voluto distruggersi a vicenda, quasi riuscendo nell'intento, fino a quando lo scrupoloso compendio del Professor Da-Niel-Cin ha fatto luce sulle sue oscure origini.

 

L'onorevole Da-Niel-Cin non solo ha corretto la data dell'inizio del conflitto, spostandola dall'inizio della fase cruenta (secondo decennio del XXI secolo) alla significativa data dell' 11 Settembre del 2001 (n.d.t. data Gregoriana) , ma ha anche fatto estese ricerche sulle cause indirette, in modo particolare sulla propaganda scritta da entrambi i contendenti. Nelle sue meticolose ricerche l'Onorevole Da-Niel-Cin ha trovato parecchi riferimenti ad un libro pubblicato in Italiano, del quale è riuscito ad ottenere una rarissima copia originale. I suoi commenti a questo libro, che fu apparentemente molto controverso all'atto della sua pubblicazione, sono riassunti nel capitolo 2° del volume VI della sua grande opera "Le cause del conflitto Occidentale-Islamico". Il compendio è notoriamente diviso per anni, in volumi chiamati con i nomi degli anni della onorata tradizione cinese. Il libro VI inizia alla data Gregoriana 18 Febbraio 2007, l'inizio dell'anno del Maiale di Fuoco.

 

                                                                   M.R.Chang

 

 

 

 


 

LE CAUSE DEL CONFLITTO OCCIDENTALE-ISLAMICO

VOLUME SESTO – L'ANNO DEL MAIALE DI FUOCO

CAPITOLO SECONDO – LA PROPAGANDA GUERRAFONDAIA: LE FONTI

 

A CURA DELL'UMILISSIMO DA-NIEL-CIN

 

 

 

Un libro controverso

 

Al momento di scrivere queste righe sono passati poco più di 120 anni dalla fine dell'inutile conflitto che ha prodotto la creazione del Nuovo Celeste Impero. Molti di noi cominciano a dubitare perfino se i fatti accaduti in quella remota e devastata terra d'Europa siano accaduti realmente, nonostante i segni siano ancora lì, molto profondi per chi voglia andare a visitare quelle terre.

 

Proprio per evitare che la memoria vada persa e che le future generazioni umane, ignorando i misfatti degli avi, siano tentate a replicarli, voglio dedicare questo capitolo ad un libro particolare, la cui memoria era andata persa. Questo libro è stato scritto in lingua italiana (lingua che io ho l'onore di annoverare tra le 20 da me conosciute) e, benché sia stato di diffusione geografica e temporale estremamente limitata ed effimera, sembra che il suo contenuto sia stato tramandato oralmente ed in forma parecchio falsificata, da entrambi le parti in conflitto: Sia nella propaganda islamica che in quella del mondo occidentale, il libro è stato, alternativamente,  ferocemente attaccato od esageratamente osannato, senza nessuna plausibile logica spiegazione. Una particolare comunità del mondo occidentale, quella ebraica (di cui ho parlato diffusamente nel libro precedente – L'anno del Cane di Fuoco) si è accanita in modo particolare contro questo libro, forse bruciandone le copie, per cui desidero ringraziare chi (restando umilmente nell'incognito per sua onorevole volontà) mi ha voluto fornire una copia dell'originale, fortunosamente scampata al rogo e gelosamente tramandata tra i cimeli di famiglia.

 

L'autore del libro "Pasque di Sangue" è un altrimenti sconosciuto Ariel Toaff, in base al cognome di lontane origini Irakene, benché sembra che sia vissuto  nell'Italia centrale o sulla fascia costiera orientale del Mar Mediterraneo. Nei molti riferimenti trovati negli scritti di propaganda islamica, all'autore è dato sia il titolo "Professore di Storia" sia di quello "Figlio del Rabbino", ma penso che quest'ultimo appellativo sia un soprannome dato all'epoca dalla cultura islamica, che fa largo uso di patronimici e di appellativi tipo "Padre di-".

Mi mancano dei riferimenti  accertati che mi consentano di stabilire la veridicità o la falsità dell'ipotesi che Ariel Toaff sia stato uno pseudonimo, e che l'autore si chiamasse in realtà Omri Sharon, figlio del "Gran Rabbino" o "Grande Padre", cioè del Capo del Governo dello Stato di Israele, il famoso Ariel Sharon (di cui ho avuto modo di parlare diffusamente nel volume precedente). Io sono della umile opinione che l'identità tra il Nome del Padre e quello del Figlio (tema molto ricorrente della cosiddetta Liturgia Cristiana), non sia sufficiente a sostenere l'ipotesi dello pseudonimo. Tendo anche a scartare la possibilità che il nome Ariel (Leone in italiano - la lingua in cui scrisse questa ed altre opere, andate perdute), sia lo pseudonimo dello scrittore Giulio Leoni, vissuto anche lui nello stesso periodo, ed anche lui scrittore di trattati storici sull'epoca trattata in "Pasque di Sangue".

 

L'autore del libro fece parte dell'antica comunità etnica ebraica, fino a che, proprio a causa della pubblicazione di "Pasque di Sangue" ne fu quasi estromesso. Nella terminologia dell'epoca precedente, proprio quella descitta nel libro, posso dire che, come il grande astronomo italiano vissuto quattro secoli prima, Galileo Galilei, Ariel Toaff fu costretto a ritrattare la teoria sostenuta nel suo libro, per non essere "Scomunicato". Presumo che anche lui, in segreto, sia rimasto con la convinzione della veridicità di quello che aveva scoperto.

 

Ordunque, cosa ha scritto Ariel toaff di tanto "scabroso" nel suo libro, da tirarsi dietro non solo le ire della sua comunità, ma anche da essere utilizzato così largamente dalla propaganda guerrafondaia posteriore delle due parti in conflitto?

Per ora anticiperò solo che il libro "Pasque di Sangue" riaprì (letteralmente) una profonda e secolare ferita, che era stata finalmente rimarginata appena mezzo secolo prima.

Ma, per comprendere meglio la natura di questa ferita, sono costretto a fare un excursus, sintetizzando quello che descriverò più ampliamente nel capitolo "Il casus belli" del prossimo volume "Il Ratto di Terra".

 

 

La funzione degli Ebrei nella secolare lotta tra Occidente ed Islam.

 

La comunità ebraica si è autodefinita "Popolo". Conserverò di qui in avanti questa definizione per rispetto alle opinioni del prossimo, anche se essa non corrisponde affatto al concetto di popolo come lo concepiamo noi Cinesi. Il popolo ebraico, infatti, all'inizio del XXI secolo, contava circa il due per mille della popolazione mondiale, cioè circa lo 0,5 %  della popolazione Cinese dell'epoca o, se vogliamo, meno dell'uno percento della popolazione di ognuna delle due parti in conflitto. Non che manchino popoli così esigui dal punto di vista demografico, ma il popolo ebraico presenta storicamente un'altra caratteristica del tutto peculiare che fa mettere in dubbio la pertinenza della sua autodefinizione di popolo: si tratta di una comunità nomade che per molti secoli, fino alla metà del XX secolo,  non ha mantenuto un'unità territoriale, ma si è diffusa in tutto il mondo occidentale ed islamico in microscopici agglomerati, ammontanti, salvo poche eccezioni, a poche migliaia di persone, a volte anche meno.

 

Con un'analogia presa dalla cucina, possiamo immaginare i due contendenti, l'Occidente e l'Islam, come Yin () e Yang (), raffigurati su una grande torta tonda, su cui siano stati spruzzati pochi semi di papavero, rappresentanti il popolo ebraico. Pochi grani che rompono l'omogenità sia di Yin che di Yang, ma che danno un particolare sapore alla torta dell'Umanità. E l'allusione al papavero non è fuori luogo, giacché i due contendenti appartenevano alle due grandi religioni monoteiste (Cristiana e Musulmana), mentre il popolo ebraico apparteneva alla terza, più antica religione monoteista, dalla quale le altre due ammettevano di derivare: Fu proprio il grande filosofo sociale Karl Marx, di sospettate origini ebraiche, a definire le religioni in generale "l'oppio dei popoli".

 

Ma ritorno al libro "Pasque di Sangue". L'autore, come ho detto, riapre una vecchia ferita, che era stata finalmente risanata solo cinquant'anni prima: quella dell'accusa di infanticidio rituale perpertrata dagli Ebrei in Europa, nei confronti di bambini cristiani, tra l'XI ed il XV secolo, cioè almeno cinquecento anni prima della stesura del libro. Come mai occorse tanto tempo a confutare tale accusa, e perché ciò avvenne proprio a metà del XX secolo? I fatti narrati nel libro, poi, non parlano di accuse fatte dal momdo islamico, quindi quale ragione ha avuto il mondo musulmano di attaccare con veemenza, nella sua propaganda, il libro tanto contestato?

 

Risalendo i secoli della storia antica, si osserva che l'Europa Cristiana ebbe origine atorno al IV-V secolo, mentre il mondo musulmano si sviluppò a partire dai secoli VII-VIII, cioè appena trecento anni più tardi. I due mondi fiorirono poi, l'uno di fronte all'altro, sulle due sponde del Mediterraneo, per oltre tredici secoli, prima di arrivare al conflitto cruento del XXI secolo. Sarebbe più giusto dire: uno contro l'altro, visto che la III Guerra Mondiale è stata solo l'ultimo atto dei conflitti tra i due mondi. Nel corso di quei mille e trecento anni, infatti, è continuato il braccio di ferro, con alterne vicende. Il mondo musulmano  è esploso con sorprendente velocità, passando per il Nordafrica ed attaccando l'Europa da sud-ovest, ma è stato fermato sui Pirenei all'inizio dell'VIII secolo, per opera di una popolazione centroeuropea di nome Franchi. L'attacco sferrato da sud-est, invece è stato molto più lento, ma continuo, fermandosi solo quasi mille anni più tardi, alla fine del XVII secolo, ad opera dei Polacchi, anch'essi una popolazione centroeuropea. Simbolicamente la data della massima espansione musulmana può essere fissata al giorno precedente la grande sconfitta subita dai Turchi Ottomani alle soglie di Vienna assediata, cioè all'11 Settembre 1683. 318 anni più tardi scoppiava la Terza Guerra Mondiale. Ma l'Unione Europea non era stata con le mani in mano: tra la fine dell'XI secolo e quella del XIII secolo gli Europei tentarono più volte di riconquistare con la forza quel pezzo di terra, il "crocicchio del mondo" laddove si incontrano Asia, Africa ed Europa, che era stato, molti secoli addietro, la presunta terra di origine proprio di quegli Ebrei disseminati ora nei due mondi in conflitto. Sappiamo bene che le ragioni di qesto prolungato e sanguinoso conflitto bellico sono ben altre: l'Europa era venuta a sapere delle ricchezze della nostra lontana patria e desiderava riinstaurare i contatti perduti con l'avvento del mondo Islamico. Spezie, oro ed avorio, provenienti dall'Africa del sud, grazie al commercio della popolazione Swaili, arrivavano fino al Celeste Impero, ma erano fermati verso il loro viaggio in Europa dal mondo arabo, mentre la nostra seta arrivava in quantità troppo piccole per soddisfare il fabbisogno. Eppure l'Europa non aveva solo un ricordo antico di quei beni, ma li acquistava ancora, se pure a caro prezzo, dal "nemico". Chi faceva da tramite, a quanto pare, erano proprio quel popolo, considerato "neutrale", proprio per non essere né cristiano, né musulmano: gli Ebrei. Alla luce di quanto detto, non sappiamo se la loro diffusione in piccole comunità e la loro mobilità di nomadi sia stata una situazione preesistente o la conseguenza del braccio di ferro tra il mondo cristiano e quello musulmano, fatto sta che essi fornirono il ponte tra i due mondi in conflitto.

 

E qui dobbiamo notare che, proprio per conservare questo ponte di carattere commerciale, sia gli Europei, che il Mondo Arabo, sfruttarono per i loro fini una particolare caratteristica di questa comunità: la ferrea legge del "distinguo". Gli Ebrei, infatti, per antichissima tradizione, si autodichiaravano "differenti" sia dai cristiani dell'Europa, sia dagli Arabi del Medio Oriente. E tali furono considerati nel corso dei secoli, dalle popolazioni in seno alle quali vivevano ed operavano, fino a che durò il braccio di ferro, ed oltre.

 

Ma quanto detto sopra è una generalizzazione. La reale situazione degli Ebrei era piuttosto diversa in Europa e nel Mondo Arabo. Gli Ebrei, per conservare la loro identità, osservavano delle ferree leggi di tipo religioso e, soprattutto se le tramandavano, di generazione in generazione, per iscritto, nella lingua dei padri, (percui la maggior parte di loro sapevano leggere e scrivere), L'Ebraico, che è una lingua semitica, molto simile all'Arabo. Anche le antiche leggi, soprattutto quelle concernenti la dieta, erano simili a quelle musulmane, con ogni probabilità, perché provenivano dalla stessa origine territoriale. Con umile gioco di parole, userò una parafrasi del titolo di questo volume: gli Ebrei ed i Musulmani si allontanavano dal maiale come dal fuoco.

 

Dall'altra parte le lingue europee erano, invece, molto diverse dall'Ebraico, derivando dal ceppo ariano, sia quelle Neolatine-mediterranee, sia quelle del Nordeuropa.

I monarchi ed i ricchi possidenti delle terre europee si "valevano", quindi dei preziosi "servizi" della comunità ebraica, ma il popolino non istruito aveva con loro una fondamentale "mancanza di comunicazione" derivata dalla totale incomprensione della lingua ebraica. Per il "popolino" europeo, qualunque parola incomprensibile pronunciata, o scritta dagli ebrei, assumeva il carattere di un'offesa, o peggio di un anatema. Per gli Arabi e poi anche per i Turchi, che pur non parlando l'Arabo quotidianamente, lo conoscevano come lingua liturgica, le cose erano molto più facili, giacché il problema della "comunicazione verbale" era molto meno acuto.

 

 

Il ferreo controllo comincia ad incrinarsi

 

Gli Ebrei ebbero la funzione di "ponte neutrale" tra i due mondi in lotta, per circa 800 anni. Per assicurasene i "servizi" e tenerli al tempo stesso "sotto controllo" chi aveva in mano il potere, sia in Europa che nel Mondo Musulmano, si curò di impedire che si assimilassero in seno alla popolazione normale, innanzi tutto obbligandoli a rimanere dei "senza terra". C'è chi dice che essi furono privati anche dei diritti politici, ma questa è una confusione storica: a parte i sovrani ed i nobili, nessuno aveva dei diritti policiti. Questo concetto, infatti, è nato solo alla fine del XVIII secolo.

 

Non tutti gli Ebrei, naturalmente, si potevano occupare del commercio tra i due mondi in conflitto, cosicché parte di essi si dedicò ad altre professioni "a servizio della società", soprattutto quelle professioni che richiedevano ampie cognizioni in materia, la capacità di saper leggere e scrivere e quella di poter ragionare in modo obbiettivo. Fu così che i più abili di loro, specie nel Mondo Islamico, diventarono illustri medici, ministri del Tesoro, consiglieri, scienziati e scrittori. Nell'Europa Cristiana, poi, ebbero l'importante funzione di usurai, a causa del divieto sancito anticamente dalla religione cristiana di non prestare denaro ad interesse, come pure si dedicarono al commercio dei paramenti sacri cristiani, a causa del divieto cristiano della Simonia (commercio del Santo).

 

I governatori europei e quelli del Mondo Arabo, però, per poterne usufruire i servizi , dovevano tenere gli Ebrei sotto stretto controllo. Il metodo era quello usato da sempre: di tanto in tanto ne perseguitavano e ne ammazzavano un po'. Se fossero stati una piccola nazione limitrofa, sarebbe bastato muover loro guerra ed annientarli, ma, sia non era questa l'intenzione dei governanti, sia la cosa sarebbe stata comunque impossibile, a causa del fatto che essi erano così sparpagliati geograficamente.

 

Specialmente in Europa queste "regolari" persecuzioni "controllate" erano fomentate da strane accuse, inventate ad hoc, basate su alcuni antichi miti, ed aiutate dalla basilare diffidenza del popolino, che, come detto prima, non capendo l'Ebraico, era convinto che le formule di preghiera degli Ebrei, fossero anatemi e maledizioni nei suoi confronti. Il popolino temeva per istinto la minoranza tanto "diversa" per il modo di vestire e di mangiare, ed i Governanti avevano il gioco facile a fomentare, a seconda della bisogna, questo odio popolare.

 

Il libro di Toaff, scritto molti secoli dopo, si occupa essenzialmente di ristudiare proprio alcune di queste accuse, in modo apparentemente obbiettivo, sostenendo, però, una nuova ipotesi: che le accuse fatte contro gli Ebrei non fossero "invenzioni" delle classi governanti europeee, ma fatti realmente accaduti in più di un'occasione.

 

L'ipotesi, fatta oggi, avrebbe forse un puro valore accademico, ma all'epoca di Ariel Toaff, il libro "Pasque di Sangue" produsse una veemente reazione contraria delle due parti in causa: Ebrei e Cristiani Europei. Ed anche, inspiegabilmente, del Mondo Arabo. Perché?

 

La ragione va cercata nel radicale cambiamento dei rapporti di forza tra l'Occidente Europeo-Cristiano ed il Mondo Islamico, avvenuto nei secoli XVI-XX, cioè tra il periodo descitto nel libro di Toaff e la pubblicazione del libro stesso. Periodo, naturalmente, ignorato dall'autore.

 

Io sono umilmente dell'opinione che se l'onorevole e denigrato professore avesse considerato questo cambiamento, egli forse avrebbe riconsiderato l'utilità di trattare l'argomento perché, da rinomato storico (come pare che fosse stato considerato fino a quel momento), ne avrebbe certamente previsto le conseguenze generali e personali.

 

Cosa era dunque mutato, nei rapporti di forze Cristiano-Musulmano-Ebraiche tra il XVI ed il XX secolo?

 

 

L'Evo Moderno in Europa

 

A metà del XIV secolo la popolazione europea fu decimata da una terribile pestilenza, purtroppo originaria proprio del nostro amato Celeste Impero. Questa pestilenza uccise un terzo della popolazione europea, causando nel secolo posteriore, l'abbandono delle campagne a favore dell'urbanizzazione ed un rapidissimo sviluppo della tecnologia, a lato di un progressivo indebolimento dell'élite religiosa cristiana (accusata di non essere stata capace di fermare la pestilenza) ed il rafforzamento di poteri laici, che si basavano sull'omogeinicità linguistica: l'Europa smise, cioè, di essere un continente unitario, legato dal Credo Cristiano, ma si spezzettò in diverse nazioni di lingua diversa, in cui un re era il capo assoluto. In particolare gli stati del nord europeo si staccarono dalla storica influenza del Papa di Roma, a favore del Re della loro nazione. Le varie entità politiche, in continuo contrasto tra di loro, causarono una minore mobilità in seno al continente, cosicchè le nazioni più occidentali si videro tagliate fuori dai già difficoltosi traffici con il nostro Celeste Impero, i cui governati dell'epoca, proprio in quegli anni, instaurarono indipendentemente la nuova ferrea politica di isolazionismo che li distinguerà nei secoli a venire.

 

Non sorprende, quindi che il Portogallo, la nazione più occidentale d'Europa, cercò una soluzione diversa, e la trovò: nel giro di soli 35 anni, a cavallo tra il 1487 ed il 1522, tre esperti navigatori: Bartolomeu Dias, Vasco da Gama e Ferdinando Magellano, aprirono la via marittima delle spezie, aggirando il Mondo Arabo. Solo l'eccessiva scrupolosità dei Dotti di Coimbra e la diffidenza nei confronti di uno straniero, un navigatore genovese, impedirono al re del Portogallo di prendersi il merito della scoperta dell'America Meridionale, che gli fu "rubata" dalla regina della vicina Spagna. Contemporaneamente la stessa diffidenza non permise, proprio agli stessi sovrani spagnoli di usufruire dei servizi di un altro genovese, Giovanni Caboto, che si mise al servizio del re d'Inghilterra ed esplorò le zone dell'America Settentrionale. Non a caso Colombo e Caboto erano genovesi: Genova aveva da pochi decenni perso la supremazia del Mediterraneo a favore di Venezia ed i suoi esperti navigatori si erano rivolti a fornire la loro perizia agli stati dell'Europa occidentale.

 

In seguito alle suddette scoperte geografiche, le nazioni dell'Occidente europeo (da qui il termine "Occidentale" usato in questa opera), Portogallo, Spagna ed inghilterra (ed in misura minore Francia ed Olanda), andarono alla conquista del mondo piano piano "scoperto" dagli Europei, raggiungendo non solo i territori di origine delle spezie, la cui strada era stata bloccata per sette secoli dal Mondo Arabo, ma scoprendone di nuovi. Il processo di colonizzazione andò avanti, lentamente, fino alla fine del XIX Secolo, con la "scoperta" dell'Australia, delle mitiche fonti del Nilo e delle fredde e sterili lande dell'Artide e dell'Antartide.

 

Alla luce di quanto detto, la funzione di "ponte" tra l'Europa Cristiana ed il Mondo Arabo, avuta dagli Ebrei per quasi mille anni, cessò di esistere attorno al XVI secolo: gli Europei non avevano più bisogno di loro dal punto di vista del "commercio con l'estero". Ma la loro funzione di "capro espiatorio" fu mantenuta dai governanti delle varie entità nazionali europee, proprio per tenere fede al detto "Divide et Impera": il fatto che gli Ebrei fossero così mobili e sparpagliati in tutta Europa, li metteva in condizione di "passare le notizie estere" alle popolazioni locali. Ciò costituiva un grande rischio per i regimi nazionali, tesi a mantenere ed a consolidare le divisioni nazionali. Fu così che i governanti europei inventarono il "Ghetto", limitando la mobilità degli ebrei e concentrandoli nelle città, dove potevano usufruire degli altri "servizi" della comunità ebraica: i medici, i banchieri e gli studiosi in genere, senza mettere al rischio l'ignoranza del popolino circa quello che accadeva fuori dei confini dello stato.

 

C'e da dire che, contemporaneamente, nel mondo Arabo, a differenza dell'Europa, la situazione degli Ebrei continuò a restare pressoché immutata: gli Ebrei, benché limitati nei movimenti ed a volte perseguitati, in genere godevano di uno status del tutto simile a quello della popolazione musulmana locale, non essendo cambiata la situazione in generale.

 

Ma le idee lentamente trapelarono, causando all'inizio del XIX secolo un'effimera, quanto importante e cruenta unificazione del continente europeo ad opera della Francia. Il tentativo di restaurazione nazionale, operato nel corso del XIX secolo riuscì solo dal punto di vista politico, ma non da quello socio-culturale. Per quanto riguarda gli Ebrei, fu finalmente riconosciuto loro il diritto di diventare "cittadini normali", giacché non ricoprivano più "funzioni speciali". Nel corso del XIX secolo gli Ebrei europei furono finalmente "Emancipati", con l'abolizione dei ghetti e l'acquisizione di quei diritti politici acquisiti comunque da tutto il resto della popolazione. Gli Ebrei cominciarono a diventare normali cittadini delle loro nazioni, cominciando a perdere contemporaneamente la loro identità o, usando il termine allora in voga, cominciarono ad "assimilarsi".

 

 

Le conseguenze dell'Emancipazione

 

In questo nuovo contesto storico anche la Chiesa, che, grazie al contrasto con il Mondo Islamico, aveva tirato per secoli, da dietro le quinte, i fili del potere, perse molta della sua influenza. La diretta conseguenza di ciò fu che, non potendo più influire politicamente, si concentrò sulla gestione "morale", diventando estremamente rigida di fronte ai cambiamenti sociali. Ne sia testimone il dogma dell'Infallibilità del Papa, sancito nel Concilio Vaticano I. Naturalmente il Clero "per non perdere la faccia" si guardò bene dal compiere "correzioni" sulle quelle sue azioni del passato remoto che ormai si potevano considerare anacronistiche, alla luce del cambiamento della società europea. Tra le altre cose che la Chiesa si rifiutò di "rivedere", c'erano le famose antiche accuse nei riguardi degli Ebrei, accuse che, vere o false che fossero, non avevano più nessun senso di esistere, alla luce dell'Emancipazione degli Ebrei.

 

Mentre buona parte degli Ebrei si assimilava e/o usciva dall'Europa in direzione del Nuovo Mondo, insieme agli altri Europei, in alcuni di essi, influenzati dallo spirito nazionalista dell'ultimo secolo, nacque l'idea di crearsi uno Stato Ebraico Indipendente, al di fuori dell'Europa, in quella terra sempre ricordata nella loro tradizione come Terra d'Origine. Il problema, però, era che questa terra si trovava in mani musulmane. Alcuni di essi, più temerari o più diseredati degli altri, cominciarono una lenta immigrazione, formando un insediamento abbastanza consistente in Palestina, benché, naturalmente, non furono in grado di fondare uno stato indipendente vero e proprio.

 

La grande espansione coloniale europea dei secoli XVI-XIX aveva lasciato fuori le popolazioni di lingua germanica residenti nell'Europa centrale. I Tedeschi si sentivano "stretti" tra l'Europa occidentale e la Grande Russia ad Est. La loro frustrazione esplose all'inizio del XX secolo in quella che fu chiamata la Prima Guerra Mondiale, ma che, in effetti fu solo una grande guerra europea, combattuta per la supremazia di certe colonie dell'Africa e per dividersi l'Impero Turco in sfacelo. L'insuccesso di quella guerra determinò la definitiva perdita delle colonie tedesche a favore dell'Inghilterra e del Giappone e la riduzione territoriale della Germania, oltre alla disintegrazione degli imperi Austro-Ungarico e Turco, a favore delle indipendenze nazionali l'uno, della Francia e dell'Inghilterra l'altro.

 

Ma la Germania non rinunciò tanto facilmente: in capo a soli vent'anni riusci a craere un potentissimo stato che per breve tempo, in modo cruento, riuscì ad impadronirsi con la forza, per pochissimi anni, di tutta l'Europa, in quella che è conosciuta come la Seconda Guerra Mondiale, che si concluse tristemente con la Bomba Atomica, teorizzata dagli scienziati tedeschi, ma ironicamente realizzata dai loro nemici.

Noi Cinesi ricordiamo tristemente questa guerra, perché ne fummo coinvolti, nostro malgrado, dalle ambizioni espansionistiche del Giappone, che fu crudelmente punito dagli Dei, per aver osato conquistare il Celeste Impero.

 

La Germania era riuscita nel suo effimero tentativo di conquistare l'Europa, unendosi sotto la guida di un feroce dittatore di nome Adolf Hitler e creando un potentissimo esercito. Questo dittatore aveva in odio, per ovvie ragioni politiche e geografiche (la Russia) i Comunisti e, per ragioni che esulano dalla nostra comprensione, aveva in  odio soprattutto gli Ebrei, che pure, proprio in Germania, si erano quasi completamente assimilati, al punto che, nella sua pazza furia bellica, diede ordine di sterminarli ovunque fossero in Europa. Nella sua pazzia riuscì quasi nell'intento, facendone uccidere sei milioni.

 

Hitler era originario della Germania del Sud, di popolazione prevalentemente cattolica e perciò osservante dei precetti religiosi dettati dalla Chiesa conservatrice. Questo fatto fece nascere il sospetto che la Chiesa Cattolica Tedesca, anch'essa tradizionalmente opposta ai Comunisti e storicamente perseguitatrice degli Ebrei, non fosse del tutto estranea alla ferocia assassina del regime nazista, e non poche voci insinuarono che la Chiesa, per il solo fatto di essersi astenuta dal condannare i misfatti dei nazisti, fosse stata, almeno in parte, complice silenziosa dei nazisti, magari a causa di discutibili interessi comuni.

 

Il terribile sterminio perpetrato nei confronti degli Ebrei europei, spinse molti di essi a cercare fortuna altrove. Molti di essi andarono negli Stati Uniti, la nazione che li aveva salvati dallo sterminio totale, altri, facendo leva su una promessa data da un ministro trenta anni prima ad un loro leader, riuscirono ad ottenere dal governo inglese la realizzazione dell'antico sogno: quello di fondare un piccolissimo stato indipendente in Palestina, causando l'immediata cruenta reazione degli stati arabi limitrofi, che non avevano mai visto di buon occhio lo strisciante insediamento ebraico in quella landa di terra.

 

Gli Arabi si sentivano defraudati dalla collaborazione Inglese-Ebraica: "Perché proprio qui, sulle nostre terre?" era la domanda. Che colpa ne avevano loro dei delitti perpetrati dai Tedeschi? Da più di mille anni gli Ebrei che vivevano tra loro si erano accontentati di vivere, è vero, senza terra e potere temporale, ma in fondo erano stati trattati molto meglio di come lo erano stati in Europa. Se proprio volevano uno stato tutto per loro, che se lo andassero a cercare altrove, non rubando con stratagemmi e con la forza dei potenti amici europei, le Terre Arabe.

 

Dal canto loro, gli Ebrei residenti nel Mondo Islamico colsero l'occasione per realizzare anche loro il vecchio sogno di liberarsi dal giogo e di avere una patria tutta per loro, cosicché, appena venuti a conoscenza della fondazione dello Stato di Israele, immigrarono in massa, aumentando la consistenza numerica della popolazione ebraica a diversi milioni, anche se formando una comunità fondamendalmente distinta dagli Ebrei di origine europea, a causa della millenaria separazione storica.

 

 

La Chiesa Cattolica e i "Derelitti"

 

Come abbiamo visto, la Chiesa Cattolica aveva perso nel secolo precedente molto del suo potere di "tirare i fili" della politica europea. La seconda guerra mondiale ne aveva quasi cancellato del tutto l'influenza politica, perché le due più potenti nazioni del dopoguerra erano la Russia comunista ed anticlericale e gli Stati Uniti protestanti, nei quali era sancita, per legge e per tradizione, la ferrea divisione tra Stato e Religione.

Inoltre, in Europa, la Chiesa Cattolica Tedesca in particolare, era assilata dal problema di come scrollarsi di dosso l'accusa di "collaborazionismo" con i nazisti, che avevano disseminato tanta morte e distruzione. La Chiesa Cattolica si ritrovava di fronte, in forma diversa, lo stesso problema nato sei secoli prima, con la "Peste Nera" del 1347-51: la perdita dell'influenza sul "popolino", per non aver saputo mantenere le promesse di "Salvatrice dell'Umanità". Inoltre, dopo la seconda guerra mondiale, l'enorme sviluppo tecnologico, specie nel campo delle comunicazioni e del trasporto aereo, promossi dalle necessità belliche, aveva dato la spinta a quella che, più tardi, fu chiamata "Globalizzazione": il mondo, grazie agli aerei, alla radio ed alla televisione, e più tardi grazie ai computers, era diventato improvvisamente piccolo e desideroso di comunicare e di commerciare liberamente.

 

In questo contesto storico ormai "laico", la Chiesa rivolse i suoi sforzi in direzione della "spiritualità", cessando di influenzare i potenti e rivolgendo la sua energia verso i "derelitti", tutte le popolazioni del mondo che non riuscirono a stare al passo con i due nuovi mondi in contrasto: quello Occidentale e quello Comunista, con a capo la Russia. La Chiesa, quindi, prese il ruolo di "Protettrice del Terzo Mondo", ignorando, insieme agli altri due, l'esistenza del "Quarto Mondo", quello Islamico, e del "Quinto Elemento", quello che, alla fine, sarebbe diventato il Nuovo Celeste Impero.

 

A partire dagli inizi degli anni '60 del XX secolo, tre capi della Chiesa Cattolica cominciarono a girovagare per il Terzo Mondo, facendo proseliti tra le popolazioni che non erano in grado di sfruttare la nuova ricchezza tecnologica e commerciale, promettendo, come molti secoli addietro al popolino europeo, il Mondo Migliore dell'Al di Là: "Il mondo è feroce, malvagio e sfruttatore, ma c'è speranza nel futuro: siate buoni ed abbiate fede nell'Onnipotente". Il messaggio, come tanti secoli prima, prese piede tra i Derelitti del Terzo Mondo, non potendo più incantare gli ormai smaliziati "sviluppati", che per ben due volte, nel corso di settecento anni, avevano constatato a loro spese che, quelle fatte dalla Chiesa, erano promesse senza copertura.

 

La Chiesa Cattolica, negli stessi anni, dedicò una parte dei suoi sforzi anche a "rammendare" la sua credibilità: Per fungere da Protettrice dei Derelitti, la Chiesa doveva formarsi un'immagine di "Buona", e quest'immagine doveva essere accettata anche dal potente Mondo Occidentale, che pur non lasciandosi incantare più dalle promesse di un Mondo Migliore nell'Al di Là, aveva la chiave tecnologica per farla penetrare nel Terzo Mondo. I Derelitti volevano in regalo la Speranza, ma non disdegnavano certo... la Coca Cola...

 

 

La stipulazione della Pace con gli Ebrei

 

Fu così che la Chiesa decise che era giunta l'ora di "mettere una pietra sopra" su una secolare questione rimasta in sospeso: quella delle antiche persecuzioni contro gli Ebrei, anche per risanare la nuova pericolosa frattura creata dal nazismo nella seconda guerra mondiale: la Chiesa si diede energicamente da fare per convincere il Mondo Occidentale che sì, nella Germania Cattolica c'era stata una minoranza crudele e samguinaria, ma che la stragrande maggioranza erano Tedeschi Cattolici Buoni che, proprio per essere, come la Chiesa, contro la violenza, non furono in grado di contrastare il regime militarista di Hitler. E per dimostrare a tutti, soprattutto agli Ebrei, di essere in buona fede, i capi della Chiesa Cattolica revisionarono buona parte delle antiche accuse fatte molti secoli prima contro gli Ebrei, soprattutto quelli viventi nei territori di lingua tedesca. La Chiesa cancellò dalle liste dei Santi, quasi tutti quelli che lo eraro diventati per essere stati assassinati dagli Ebrei. La chiesa ritrattò perfino la secolare accusa di "Deicidio" perpetrato dagli Ebrei nei confronti di Cristo. Il Papa andò in visita in Terra Santa, riconoscendo ufficiosamente lo Stato di Israele. Ce n'era abbastanza per risanare le antiche ferite e per fare Pace con "I Fratelli Maggiori".

Rimaneva un ultimo atto, che prese un po' più tempo, a causa della delicata situazione politica Palestinese: il riconoscimento ufficiale dello Stato di Israele da parte della Chiesa Cattolica. La Chiesa non voleva rompere le uova nel paniere: molti Derelitti non vedevano di buon occhio questo piccolo, ma potente stato, figlio prediletto degli Stati Uniti, lo sfruttatore per eccellenza. Ma la Chiesa cattolica, una volta consolidata la sua posizione in seno al Terzo Mondo, ritenne che poteva compiere anche quest'ultimo atto per chiudere definitivamente il circolo, aperto più di mille anni prima.

 

Lo Stato di Israele, e gli Ebrei del mondo in generale, dal canto loro, avevano un grande interesse a "mettere una pietra sopra" sul passato: innanzi tutto volevano prendersi la soddisfazione di sentirsi chiedere scusa da chi li aveva accusati e perseguitati per oltre un millennio, e poi, più prosaicamente, erano molto interessati a crearsi un nuovo potente alleato nella loro nuova lotta contro il Mondo Arabo, che era stata ormai, a loro avviso incoscientemente, sottovalutata dal mondo Occidentale. Oggi, dopo la Terza Guerra Mondiale, noi Cinesi sappiamo che gli Ebrei avevano visto giusto anche in questo.

 

Le trattative per il riconoscimento ufficiale dello Stato di Israele da parte della Santa Sede furono molto lunghe e laboriose e si conclusero felicemente solo alla fine del 1993, ma ancora prima i rapporti tra le due entità politico-religiose si erano venuti riscaldando a fuoco lento, come di prammatica per la Chiesa Cattolica. Negli anni '60 del secolo XX, come ho detto, fu abolita l'accusa di "Deicidio" e furono cancellati dalla lista i Santi "martiri dei perfidi Ebrei", poi nel 1986 avvenne la storica visita del Papa alla Sinagoga di Roma. La prima del genere da sempre.

 

Questa storica visita ebbe soprattutto un significato simbolico, quello di sancire ufficialmente la rappaficazione tra gli Ebrei ed i Cristiani. Il Papa in carica, un prelato polacco, era pulito dall'accusa personale di "collaborazionismo" con i nazisti, per essere stato in gioventù perseguitato anche lui dagli stessi, ed il Capo Rabbino di Roma era un conosciuto diplomatico, che aveva saputo tessere delle ottime relazioni con il Vaticano, continuando la millenaria tradizione che vide spesso la piccola Comunità Ebraica di Roma "trattata meglio" degli altri Ebrei d'Europa. A Roma gli Ebrei erano stati spesso angariati, ma raramente perseguitati a morte dai Cristiani, essendo considerati i "protetti" del Papa.

 

Ma forse c'è dell'altro: si tramanda che il Rabbino capo di Roma fosse un certo Elio Toaff, a detta di parecchie fonti, proprio il padre dell'autore di "Pasque di Sangue". Non sono certo di questo fatto, perché non è chiaro se l'autore del libro, pure scritto in Italiano, vivesse in Italia. Ma, se questa versione è vera, è possibile che il Rabbino Toaff ebbe un ruolo non affatto trascurabile nella tessitura degli ultimi fili tesi ad intessere i nuovi rapporti tra la Santa Sede e Gli Ebrei, Stato di Israele in particolare. Benché tutti gli sforzi diplomatici siano rimasti segreti, non posso escludere che il tramite diretto tra il Papa da una parte e lo Stato di Israele dall'altro, fosse stato proprio il Rabbino Toaff nei suoi 50 anni di "pontificato". Sono un po' restio ad assegnare al Rabbino Toaff il merito di aver messo in moto il ravvicinamento della Chiesa agli Ebrei a partire già dagli anni '50, per le ragioni di carattere globale che ho descritto prima.

 

Inoltre mi sembra assurdo che proprio il figlio di chi avrebbe dato un così grande contributo a risanare la millenaria ferita che causò tante persecuzioni agli Ebrei europei per mano della Chiesa, fosse l'autore di "Pasque di Sangue".

 

Eppure non posso escludere a priori la fondatezza di questa teoria, giacché la più veemente accusa fatta ad Ariel Toaff dai suoi correligionari è stata proprio quella di aver riaperto crudelmente ed inopportunamente la millenaria ferita rimarginata così recentemente, proprio da suo padre.

 

 

La Reazione Araba

 

La Chiesa Cattolica, come ho umilmente cercato di spiegare nelle pagine precedenti, si era studiata, nella seconda metà del XX secolo, con molto successo, di accaparrarsi le simpatie dei Derelitti del Terzo Mondo. Lo stesso Papa che aveva sancito la rappacificazione con gli Ebrei, aveva fatto crollare il Mondo Comunista (di questo argomento ho parlato ampiamente nel secondo volume della mia umile opera), lasciando una sola potenza temporale (Cina e mondo Arabo esclusi) a gestire le cose del mondo: quella Occidentale, capeggiata dagli Stati Uniti. A questo punto i due antichi nemici si trovarono di nuovo di fronte, l'uno contro l'altro. Il mondo Occidentale con la sua ricchezza tecnologica ed il Mondo Arabo, con la ricchezza del Petrolio, scoperto nell'ultimo secolo nel deserto. Il millenario braccio di ferro poteva ricominciare. La Chiesa era occupata con i Derelitti del Terzo Mondo, la nostra cara Cina era impegnata a lavorare sodo per svilupparsi pacificamente ed indipendentemente dalle due grandi potenze economiche.

E gli onnipresenti Ebrei, messi lì a guardia dal Grande Fratello Americano, rimanevano come una spina nel fianco del Mondo Arabo.

 

I Paesi Arabi, nonostante la loro potenza economica, la loro grande estensione territoriale, e i numerosi tentativi cruenti (una guerra ogni dieci anni, in media), non ruiscirono a "buttare in mare" lo Stato Ebraico. Gli Ebrei, aiutati dal potente Mondo Occidentale, riuscirono a resistere a tutti gli attacchi. Gli Arabi, quindi, pensarono bene di usare "l'arma psicologica", facendo leva, proprio come la Chiesa, sui "Derelitti". I "Sionisti" (Ebrei dello Stato di Israele) erano "i cattivi", perché angariavano i poveri Arabi Palestinesi. Queste accuse erano fatte, secondo la mia umile opinione, in malafede, perché gli stati arabi ricchi di petrolio avrebbero potuto aiutare economicamente e persino ospitare i Derelitti Palestinesi, prendendo l'esempio proprio dai "Sionisti", che invece accolsero milioni di Ebrei provenienti anche dagli stessi paesi arabi. Ma naturalmente non lo fecero, perché la loro ovvia intenzione non era quella di aiutare i Derelitti, ma di sfruttarli nella loro guerra psicologica. Comunque riuscirono a convincere almeno una parte della popolazione europea, specie la Francia, che aveva avuto da sempre una certa rivalità con gli europei anglofoni ed i loro "derivati", gli Stati Uniti d'America.

 

Parallelamente alla guerra psicologica sul tema "Ebrei Sionisti", il mondo Arabo Musulmano si preparò coscenziosamente al nuovo "round" della guerra contro l'Occidente Cristiano.

 

In Africa ruscì a fare proseliti specie tra le popolazioni negre, che riconoscevano nei Cristiani i loro antichi oppressori coloniali. Persino negli stessi Stati Uniti d'America, non pochi negri si convertirono all'Islam, per ripicca contro i "Bianchi sfruttataori", dimenticando che proprio gli Arabi erano stati in passato i mercanti di schiavi. la figura più famosa di questo gruppo fu un pugile di nome Cassius Clay, che cambiò il suo nome in Mohammed Alì.

 

La seconda punta di lancia fu un agguerritissimo nucleo di combattenti, chiamato "Al Kaida", che sferrò il primo attacco diretto cruento contro gli Stati Uniti, quello che aprì le ostilità della Terza Guerra Mondiale.

Contro lo stato di Israele, testa di ponte del Mondo Occidentale in Terra Araba, dopo gli insuccessi bellici degli eserciti regolari, gli Arabi crearono dei gruppi di "commando": Fatah, Hamas, Hisbollà ed altri, che logorarono lentamente lo Stato di Israele con una continua guerriglia.

 

Ma l'arma più potente fu quella della "guerra d'infiltrazione":

Agli inizi dell'anno del Cane di Fuoco (2006)  la popolazione Arabo-musulmana d'Europa contava 17 milioni di persone, circa il 2% della popolazione totale di 800 milioni di persone, ma in Francia (che di proposito non fornì mai dati precisi) la percentuale arrivava all'8-10%, la maggior parte di essi giovanissimi figli di immigrati. Il programma degli Arabi era subdolo, ma ben calcolato: come scrisse un altro storico, l'Introvigne, in capo a vent'anni, gli Arabi musulmani avrebbero rappresentato una grossa fetta delle persone in età lavorativa, considerando che la popolazione "indigena" europea era da diversi anni scesa al di sotto del tasso minimo di nascite e stava invecchiando e diminuendo di numero. A questo punto si sarebbe potuto sferrare finalmente l'attacco mortale, con una quinta colonna già pronta in Europa: sarebbero bastate due azioni legali e democraticissime, come il diritto allo sciopero e l'obiezione di coscienza al rinnovato arruolamento obbligatorio, per sconvolgere gli eserciti europei, già minati da una classe di comandanti che aveva dimenticato da tre generazioni come si fa la guerra. La vittoriosa rivincita dalla sconfitta di Poitiers avrebbe aspettato 1300 anni, e sarebbe stata presa proprio contro quegli stessi Franchi.

 

 

Il libro "Pestacalli"

 

"Pasque di Sangue", uscito all'inizio dell'anno del maiale di fuoco, ruppe le uova nel paniere a tutti, anche se quello che più sorprende (o forse proprio per questo) è che il libro non corfermava affatto le ipotesi proposte nell'introduzione.

Toaff, senza dirlo in forma categorica, nell'introduzione ci fa chiaramente capire, tra le righe, che i delitti rituali furono realmente commessi dagli Ebrei di estrazione tedesca, tra il XII ed il XV secolo. Che poi lui stesso smentisca l'ipotesi, a quanto pare, non servì a niente, perché la maggior parte dei detrattori, o si fermò alla prefazione, o espresse la sua opinione per sentito dire, senza nemmeno leggere il libro. Ma il guaio era stato fatto. Ariel Toaff era riuscito a pestare i calli proprio a tutti:

 

Gli Ebrei, inorridirono solo al pensiero che qualcuno li chiamasse assassini.

 

La Chiesa inorridì al pensiero di perdere di nuovo la faccia, avendo scagionato gli Ebrei con almeno seicento anni di ritardo, e solo per il proprio comodo, da un'accusa fondata.

 

Gli Arabi, inorridirono al pensiero che gli Europei, ridiscutendo i delitti perpertrati dagli Ebrei ai tempi del cucco, smettessero di condannare quelli perpetrati dagli Ebrei contro i Palestinesi nell'epoca contemporanea. Si trattava certamente di una subdola manipolazione dei Sionisti, tanto è vero che il libro era stato scritto proprio dal Figlio del Grande Padre.

 

Ariel Toaff, si vide costretto a ritrattare il libro quasi immediatamente, scrivendone un altro, ovviamente intitolato: "Pasque di Sangue Riconsiderato".

 

Gli Arabi, naturalmente, fecero finta di ignorare il nuovo libro, che non combaciava con la loro propaganda.

 

La Chiesa, come aveva fatto con il primo libro, non fece commenti diretti, ma si promise di far esaminare anche il nuovo libro dai suoi esperti "studiosi".

 

E Gli Ebrei ufficialmente gli perdonarono la bravata, non mancando di osservare che oramai, lanciato il sasso, l'acqua si era sporcata e non sarebbe servito a niente cercare di "lavarla".

 

"Pasque di Sangue" fu infatti usato come uno Zibaldone, da dove ognuno tirò fuori quello che gli faceva più comodo.

 

 

 

Come ci insegna il Grande Confucio:

 

 

 

"le parole uscite dalla tua bocca,

volando via col vento,

arriveranno alle orecchie del tuo prossimo:

 

chi ti vuole bene, sentirà quello che Dici,

chi ti vuole male, sentirà quello che vuole sentire".