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L'accordo sembrerebbe cosa fatta
Valpetorino in una A a 18 squadre?
(16.07.03, darg) - L'accordo tra Hc Valpellice e Hc Torino per la nascita del "Valpetorino" sarebbe stato perfezionato ieri sera (15 luglio, ndr), anche se per l'ufficialità occorrerà attendere l'inizio della prossima settimana. Ma questi sono momenti cruciali per tutto l'hockey italiano.
Il presidente della Federazione Italiana Sport Ghiaccio Giancarlo Bolognini avrebbe contattato i presidenti delle società nordoccidentali, Di Canossa (Milano) in testa, per cercare un compromesso e dare vita al prossimo campionato di Serie A.
L'informatissimo sito dell'Hc Merano, cui vi rimando per approfondimenti, sostiene che Bolognini ha deliberato la riapertura delle iscrizioni alla Serie A 2003/04, cui potranno iscriversi tutte le formazioni che l'anno scorso hanno disputato la A1 e la A2, più le squadre di capoluoghi di provincia (provvedimento ad hoc per Varese, ndr).
Si andrebbe così verso una Serie A a 18 squadre: le ultime otto retrocederebbero in B nella stagione 2004/05.
Sarebbero accettate, in deroga alle norme federali, anche le società che non dispongono di una pista coperta (quindi il Filatoio di Torre con la copertura provvisoria - i lavori stanno partendo in queste ore - sarebbe già un lusso!).
Ma quali concessioni sarebbero date al presidente del Milano, tutt'altro che propenso ad un campionato ammucchiata dopo il torneo "elitario" dell'anno scorso? Pare che la Fisg abbia assicurato di non volersi opporre ad un illimitato tesseramento di oriundi e di comunitari (come peraltro previsto dalla legge), imponendo soltanto il tetto massimo di tre extracomunitari.
Il rischio è che il torneo diventi profondamente squlibrato, con partite da venti gol di scarto. Ma se è vero che, per la prima volta nella storia, saranno sancite formalmente le retrocessioni, forse è l'ultimo anno di caos prima della regolarizzazione dell'hockey (sono troppo ottimista?).
Tornando al "Valpetorino" (anche se il nome resta tra le mille cose ancora da stabilire, ndr), l'obbiettivo - per il primo anno - non potrebbe essere che la salvezza, quindi quel decimo posto che significherebbe permanenza in Serie A.
Ora, ai dirigenti torinesi e valpellicesi (quanti passeranno alla nuova società? avremo di conseguenza un nuovo presidente dell'Hc Valpellice?) spetta il difficilissimo compito di allestire una squadra competitiva. Partendo magari dall'allenatore che, nell'hockey, è spesso anche un "team manager".
Al momento si possono solo fare delle ipotesi. La prima, obbligata, prevede la conferma di Massimo Da Rin, che con Torre Pellice ha uno stretto legame (è stato il fautore dell'ottavo posto nello storico campionato di A 1999/2000). A Torino, l'anno passato, ha fatto bene, anche se gli è sfuggito il titolo dell'A2 proprio in finale. Personalmente vedrei bene la presenza di Massimo, che è persona seria ed ha anche influenza su un buon gruppo di giocatori, giovani e meno giovani, che potrebbe "portarsi dietro" nella nuova formazione.
Circola però la voce, non sappiamo quanto fantasiosa, che sulla panchina del Valpetorino possa sedersi anche Michel Goulet, canadese, entrato recentemente negli organi tecnici federali. A lui è affidato, ad esempio, il camp estivo ad Ottawa per le giovani promesse azzurre (si concluderà sabato 19 luglio). Vi partecipa anche il "nostro" Michel Favre (il portiere valdostano che fu back up di Rossi nel 1999/2000).
Ex giocatore della New Hampshire University, Goulet è stato scout dei Washington Capitals (NHL) ed ha una vasta esperienza nell'hockey giovanile nordamericano. Avrebbe quindi ottimi contatti con i giovani oriundi che giungerebbero in Italia in ottica 2006.
La Fisg, che ha fortemente voluto l'accordo tra Torino e Valpe, potrebbe lasciare il coach a metà tempo alla nuova società. Ma a quali condizioni? Domanda davvero prematura, visto che si tratta di una semplice voce di corridoio!

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