Atti del Primo Convivio Libante

Frascati (RM), XXV febbraio 2003
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Hic sunt acta Primi Convivi Libantis. Maneant in secula seculorum.

Ordunque, l'atteso di' venne.

La giornata inizio' con l'epica discussione della tapina Agnese

Domanda:"saprebbe indicarmi una finger print del meccanismo che lei propone?"
Risposta:"Finger print? Ah, finger print... hmmm, eh, non so, nei sistemi piccoli, boh..."

e del maestro Gianni
Domanda:"Hai idea del perche' non trovi l'eccitone che ti aspetti? "
Risposta:"Ma, io non so, tu che ne pensi invece? Hai qualche idea a riguardo?".

Ma tutto fini' nel migliore dei modi, e pressoche' subito i due si accorsero di avere in mano un certificato ("il sig. ... ha superato l'esame di dottorato con esito positivo...") e gettato finalmente alle spalle il triste giogo accademico continuarono la giornata tra ameni giuochi e lazzi, a vantaggio dei lori amati amici abitatori del bunker, non ancora liberi dall'asservamento, intrattenendoli e rallegrandoli magnanimamente per il corso dell'intera giornata. Prova ne sia che ad ora di pranzo i due magnifici si offrirono spontaneamente di procacciare il cibo per tutti, dopo averli si' duramente provati.

Ma le scure nubi di una catastrofe si stavano addensando all'orizzonte. Tutte le previsioni piu' nefaste si realizzarono: la taberna Cenerentola, da piu' di un mese meta agognata di ristoro e svago, si rivelo' CHIUSA PER RISTRUTTURAZIONE da giusto quattro giorni, nonostante la solerte e scrupolosa organizzazione degli indomiti organizzatori. Il Primo Convivio Libante veniva messo cosi' in grave pericolo... Avrebbe potuto ancora svolgersi? Chi aveva messo in pericolo il normale svolgimento delle cose? Chi avrebbe avuto interesse a fermarci? C'era forse un infiltrato tra noi? E se si, era cesarini? A tutte queste domande avremmo forse potuto dare una risposta, ma non c'era tempo! Dovevamo SALVARE IL CONVIVIO!

Non mi dilunghero' sullo scompiglio provocato dalla notizia, o sulle accese dispute sulla scelta del novello loco, o delle ardue decisioni prese con invidiabile prontezza dagli organizzatori ("andiamo alla taverna il corecone unto o al ristorante la nutria impazzita?"). A dispetto delle avversita', riuscimmo ad accordarci sulla pizzeria del pergolato, e prenotammo tosto: Il Convivio era salvo!

In una atmosfera piu' rilassata e giocosa cominciarono ad arrivare i primi ospiti, ignari della catasrofe che li aveva minacciati fino a pocanzi.

E fu cosi' che, parlando amenamente del piu' e del meno, vene l'ora della partenza. L'allegra comitiva si apprestava a mettersi in cammino.

Si appuro' che alcuni sfortunati mancavano ancora all'appello: Valerio, trattenuto dalla di lui donzella, e Guido, che abilmente avea fatto perdere le proprie tracce.

A spregio, decidemmo comunque di partire, abbandonado i tapinacci dispersi al loro triste destino. Ormai nulla poteva piu' fermarci. Non mi dilunghero' sulle vicende avvenute sulla via che ci condusse al pergolato; mi sia concesso solo di menzionare che ivi giungemmo incolumi, e che ci ricongiungemmo con tutti i dispersi, e giusto per passare inosservati via via guarimmo un paio di ciechini, trasformammo una dozzina di litroni d'acqua in vino, aiutammo una vecchietta recalcitrante a passare la strada finche' non riuscimmo a spedirla sotto un camion, e infine du' ova.

E finalmente entrammo. E dopo che fummo entrati, ci sedemmo. E sedendoci, sfiniti per la fame e i miracoli compiuti, lasciammo che il Caciara (ahime') prendesse in mano la situazione, ed ecco che l'ingenua comitiva lo acclamo' prontamente Grande Capo e Unico Finanziatore (ovvero doveva paga' lui). E dopo aver divorato l'antipasto come nutrie del '48 l'atmosfera fu di molto piu' rilassata e la serata procedette amena e gioiosa, deliziata da canti e un tristo bianco dei castelli al metanolo impoverito, che ci fece rimpiangere a calde lacrime l'acqua transformata in vino e generosamente offerta, di cui i passanti miracolati stavano ancora orgiasticamente beneficiando.

Alle 11:40 di sera, ecco manifestarsi la GENTILE sollecitazione dei proprietari del locale (" Ma nun ce l'avete 'na casa? Ecco, allora levateve dar c..."). E con cio' il PRIMO CONVIVIO LIBANTE fu dichiarato formalmente chiuso, e la comitiva si sciolse.

Chiusura, invocazione finale ai partecipanti, saluti

Benche' appassionata, questa cronaca e' purtroppo anche frammentaria e parziale. Vi prego percio' di perdonarmi ed eventualmente di supplire alle omissioni scrivendomi, inviandomi i vostri contributi scritti in modo da scrivere i proceeding del Convivio.

Mi sia consentito dire, in qualita' di membro organizzatore del primo convivio libante (frascati, 2003), che cotesta prima edizione e' stata un vero successo, e quindi propongo sin d'ora l'organizzazione di un secondo convivio libante, da tenersi al piu' tardi entro marzo 2004, in cui gli organizzatori fondamentali del presente convivio (agnese, gianluca) verranno inesorabilmente invitati, e verra' loro pagato integralmente il pasto e la trasferta.

Oltre alla proclamazione dei novelli dottori Agnese, Gianni, Ernesto, Luigi M., non dimentichiamo la seconda importante ragione per cui si e' tenuto il primo convivio libante: l'imminente partenza di Gianluca per la Svezia.

Mi sia permesso delineare un profilo dell'Uomo, ma soprattutto Romanista e Fisico, pietra miliare del bunker, baratrista provetto, fiero sostenitore del busso, instancabile promotore di sessions e sempre attivamente partecipe nella preparazione del the'. Ad ammonimento e modello per le future generazioni di dottorandi proponiamo qui di seguito alcune delle testimonianze fotografiche gentilmente concesseci dai suoi piu' cari amici; documenti da cui trasuda la personalita' energica e fiera. Siamo certi che dopo la tua permanenza lassu' la Svezia non sara' piu' come prima (e neanche tu!).

Per quanto riguarda me, io me ne andro' a Trieste, ma visto che sono la negazione di 40 anni di femminismo consiglio caldamente alle dottorande di guardarsi bene dal mio esempio, ma questo penso lo sappiano anche da se'. Power to girls! Aloha.